Ingorgo ai controlli di sicurezza, code di un'ora per entrare in tribunale

Rimini

RAVENNA. Quasi cento metri di fila, fino a un centinaio di persone in coda, tutte in attesa di passare il varco del metal detector. Scene da aeroporto nei weekend d’agosto e invece è il palazzo di giustizia di Ravenna. Sono da poco passate le 9 quando la fila tocca il suo climax e la situazione resterà critica almeno fino alle 11. In coda ci sono non solo avvocati, ma anche testimoni, impiegati degli studi legali, praticanti non abilitati, consulenti. Una scena che non può passare inosservata e che desta la curiosità anche di qualche passante che pensa al peggio. «Ma cosa è successo?» Niente di grave; solo una sorta di improvviso ingorgo ai nuovi tornelli da poco installati all’ingresso per motivi di sicurezza e diventati operativi lo scorso 6 giugno. Ma se fino a ieri di attese e disagi non c’era stata traccia, una giornata particolarmente densa di udienze ha creato un’inaspettata fila. Fila che potrebbe essere evitata grazie a un badge che permette di saltare i controlli. Ma chi non lo ha - e sono in tanti - deve transitare sotto il metal detector. Il problema è che però in servizio ci sono solo due vigili urbani, che fanno il possibile, ma non i miracoli. Le borse vanno infatti aperte, svuotate, controllate. Il tempo, intanto, passa e la fila si forma in un attimo. «Ho aspettato 55 minuti per entrare - si sfoga un avvocato -. Avevo udienza e anche il mio cliente è rimasto bloccato qui».

La situazione torna alla normalità solo verso le 11.30, ma tra gli avvocati la tensione è ancora alta e nei corridoi non si parla d’altro. Per avere il badge i legali devono infatti pagare 20 euro (con un bonifico) al Comune che è l’ente a cui spetta la manutenzione del palazzo di giustizia. Le richieste vengono poi vagliate una a una dalla Procura (che però non gestisce in alcun modo l’organizzazione ai tornelli ed è del tutto estranea al caos di ieri). Infine, dopo il nulla osta, gli avvocati ritirano direttamente la tessera magnetica dall’“ufficio manutenzione”. Alcuni si sono mossi in ritardo, altri ieri non avevano ancora ritirato la carta magnetica, altri ancora «per questioni di principio» non hanno invece voluto pagare i 20 euro «per poter lavorare in un palazzo pubblico». La casistica, insomma, è varia. E a questi vanno aggiunti anche i clienti, i parenti dei detenuti oltre agli avvocati non del foro di Ravenna che, al momento, non hanno diritto al badge. Con più tessere la situazione potrebbe migliorare un po’, ma in molti hanno dei dubbi. «E domani mattina (oggi per chi legge ndr) ci sono le esecuzioni immobiliari. Ho paura - chiosa un avvocato - che sarà anche peggio». Peggio per loro e anche per gli agenti in servizio: «Non è pensabile - scrive Luigi Ruggeri della Uil - lavorare in maniera “intensiva” per tutto il turno, senza un attimo di sosta, nemmeno per soddisfare le proprie necessità fisiologiche. Servono più risorse e formazione».

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