Sequestrato un quintale di marijuana

Rimini

RAVENNA. Uscito dal carcere a fine anno, Pietro D’Alaimo, ristoratore 54enne già al centro in passato di vicende di droga, è stato nuovamente arrestato perché sorpreso con un chilo di marijuana. Con lui è finita in manette anche una 38enne di Forlimpopoli, Luana Papale, fermata accanto ad un furgone in cui cui è stato trovato un quintale della stessa sostanza.

Un maxi sequestro record quello operato nella notte tra domenica e lunedì dai carabinieri di Savio che ha permesso di togliere dal mercato un ingente quantitativo di droga destinato alla piazza ravennate. Sembra infatti che lo stupefacente fosse destinato allo spaccio al dettaglio in zona, mentre sono ancora in corso indagini sulla sua provenienza, probabilmente dall’area balcanica.

Gli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Isabella Cavallari, stanno anche cercando di ricostruire i collegamenti tra D’Alaimo e la Papale. I militari ritengono infatti che il ruolo della donna nella vicenda sia più marginale di quello che il ritrovamento potrebbe far pensare, mentre ipotizzano un coinvolgimento più marcato dell’uomo. L’ipotesi investigativa è che la forlivese (incensurata anche se i carabinieri avrebbero trovato riscontri in merito ad un consumo di droga per uso personale) abbia fatto da corriere percorrendo l’intero Stivale per prelevare dal Sud Italia lo stupefacente e trasportarlo a Ravenna. Un viaggio lampo concluso per lei nel peggiore dei modi; rischia infatti una pena da 6 a 22 anni di reclusione.

Secondo quanto illustrato dal capitano Emiliano Rosi e dal tenente Andrea Giacomini della Compagnia di Cervia-Milano Marittima competente per territorio, il ritrovamento dello stupefacente è avvenuto nell’ambito di uno dei consueti servizi di controllo contro il fenomeno - quasi un’emergenza - dei furti in abitazione.

Ed è stato proprio monitorando nel cuore della notte l’area di Classe che una pattuglia dell’Arma si è imbattuta in un furgone fermo in via Classense, di fronte al ristorante “Il brutto anatroccolo” di D’Alaimo. Accanto al veicolo, risultato poi intestato all’azienda agricola riconducibile allo zio dell’arrestata, c’era la donna che, alla vista dei militari, è risalita in fretta e furia sul mezzo parcheggiato nel tentativo di non dare nell’occhio. Vista l’ora (le 2.30 di lunedì) e il contesto insolito il personale in divisa ha deciso di approfondire il controllo.

La 38enne - rappresentante di commercio nel settore alimentare - ha sostenuto di essere stata a cena al ristorante e di essere tornata a Forlimpopoli salvo poi fare il viaggio a ritroso dopo essersi accorta di aver lasciato il cellulare nel locale. Una versione che non ha convinto i carabinieri che hanno approfondito l’ispezione, estesa anche al furgone all’interno del quale, nascosti sotto sacchi di truciolato di legno per riscaldamento, sono spuntati decine di involucri sigillati di vario peso contenenti foglie di marijuana.

Un quantitativo del valore al dettaglio attorno al milione di euro che, come rimarcato dal comandante provinciale dell’Arma il colonnello Guido De Masi anche alla luce del sequestro di 65 chili di eroina operato sempre dai carabinieri nella primavera del 2012, «conferma come la riviera costituisca una meta privilegiata per questo genere di traffici».

In considerazione del fatto che il furgone si trovasse davanti al ristorante di D’Alaimo, il controllo è stato ovviamente esteso anche al locale e all’abitazione dell’uomo. Un surplus di indagine che ha portato al sequestro di un chilo della stessa sostanza e di tre etti di hashish. Oggi per i due, difesi rispettivamente dagli avvocati Carlo Benini e Monica Miserocchi, è fissata l’udienza di convalida.

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