La condanna di Desio ridotta a otto anni

Rimini

RAVENNA. Quel nuovo profilo social aperto di sotterfugio dalla struttura religiosa umbra dove si trova ai domiciliari, in violazione delle restrizioni che gli consentivano di avere comunicazioni esterne limitate a quelle via e-mail con l’avvocato, il vescovo e la sorella, non hanno influito sulla decisione dei giudici di appello che hanno ridotto la pena a Giovanni Desio, portandola a otto anni e otto mesi. Uno sconto di due anni.

D’altronde non era per quei recenti contatti virtuali che l’ex sacerdote è comparso davanti alle toghe, bensì per quelli ben più inopportuni avuti con degli adolescenti quando ancora vestiva la tonaca prima dell’arresto della Squadra mobile nel 2014. Un’accusa pesantissima - atti sessuali con minorenni - che a maggio gli era costata la condanna in abbreviato a dieci anni e otto mesi a fronte di una richiesta del sostituto procuratore Isabella Cavallari di nove; ma ieri a Bologna il verdetto emesso dal gup Antonella Guidomei - che aveva tratteggiato Desio come «un manipolatore subdolo che sceglieva le sue vittime tra i soggetti più indifesi» secondo «un modus operandi espressivo di un progetto delinquenziale attentamente studiato e assiduamente coltivato» - è stato rivisto al ribasso.

Il legale dell’ex parroco, l’avvocato Battista Cavassi, aveva scelto di giocarsi la via dell’appello contando su una riduzione, ritenendo che sul giudizio in primo grado, a suo avviso particolarmente pesante, avessero influito anche aspetti etici e morali, non solo valutazioni giuridiche attinenti ai fatti contestati. Ed ora che ha ottenuto quanto sperava, il difensore ha già anticipato l’intenzione di ricorrere in Cassazione, scelta certamente dettata da questioni strategiche (in modo da allungare i tempi e prolungare il regime di detenzione domiciliare da scontare dall’eventuale pena finale contenendo così al minimo il regime di detenzione in carcere del suo assistito), ma anche frutto della convinzione di avere argomenti e giurisprudenza a favore.

Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 60 giorni; ma alla luce del verdetto di ieri sembrano aver fatto breccia gli aspetti sottolineati dall’avvocato Cavassi nella sua memoria. Documenti in cui il legale si è soffermato sui trascorsi giovanili di Giovanni Desio, l’infanzia problematica caratterizzata dagli anni trascorsi in orfanotrofio dove la madre naturale (rivista solo in età adulta) lo aveva lasciato e l’adozione in una famiglia in cui la figura forte era quella femminile. Esperienze che per l’avvocato avrebbero inciso sulla psiche dell’ex parroco, andando a influire sulla sua personalità e sulla capacità di contenere le pulsioni. Subito dopo la sentenza Cavassi ha informato il suo assistito dell’esito dell’udienza. Non via e-mail, ma con un sms al rettore della struttura.

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