«La città ha sposato la mia proposta politica»

CATTOLICA. Sergio Gambini, neo candidato sindaco del Pd, ieri ha passato la mattinata «a rispondere a decine di messaggi e telefonate. E a ringraziare le tante persone che si sono impegnate nella campagna elettorale e che ho incrociato nel corso di queste settimane». Una vittoria schiacciante, quella dell’ex senatore, che ha incassato 1201 voti, staccando l’avversario Corrado Piva di 500 preferenze.

Gambini, trascorsa la festa di domenica sera nella sede Pd di via Amici, nel day-after quali sono le sue sensazioni. E’ riuscito a elaborare questa vittoria?

«A mente fredda, risalta ancora di più l’importanza del risultato, prima di tutto quello della partecipazione (1920 votanti), con i vecchi record battuti, significativa in un periodo nel quale la politica non va per la maggiore. E, nello stesso tempo, il fatto che abbia vinto in tutti e tre i seggi con la stessa percentuale, dà l’idea di un sentire comune della città, che ha sposato la proposta politica di cui mi sono fatto interprete. E questo non era facile nei panni di chi riconosce al sindaco uscente il grande merito di aver risanato il bilancio comunale. Ma bisognava dare un segnale di fiducia, il cui contenuto era rappresentato dalla necessità di ripartire, cambiando molte cose rispetto al passato».

E il suo sfidante Piva fa parte di quel passato da cambiare, oppure c’è ancora spazio per lui e la sua squadra?

«Ci sarà spazio per tutti da qui alle elezioni. Vorrei che, nello stesso tempo, fosse mantenuta ferma l’impostazione premiata da parte dell’elettorato. Troverei strano se, dopo aver condotto una campagna all’insegna del cambiamento, ottenendo un consenso così ampio, mi mettessi a fare marcia indietro nella campagna elettorale vera».

A proposito della campagna elettorale vera, come e quando si riparte?

«Adesso un po’ di tregua, poi rimetteremo assieme il confronto con le associazioni di categoria, volontariato, sportive, con la società civile organizzata, e continueremo il confronto con i cittadini. Considero particolarmente importante nel corso delle prossime settimane, e questo potrò farlo con maggiore libertà rispetto alle primarie, portare a Cattolica ministri, assessori regionali e il presidente della Regione, non solo solo per il classico comizio o conferenza stampa, ma per lavorare insieme a noi e alle categorie economiche della città».

Crede che abbia inciso il voto di una parte dell’elettorato di centrodestra a suo favore?

«Se penso che il Pd di Bersani aveva preso il 25% e quello di Renzi il 41%, penso che c’è una parte di elettorato, rimasto a casa perchè sfiduciato, oppure perchè si era fatta affascinare dalle proposte del centrodestra, ma che poi si è orientato sul cambiamento possibile. Non sono abituato a fare le analisi del sangue agli elettori, diciamo che siamo in una fase post-ideologica, nella quale si valutano i programmi ed anche le opportunità di successo».

Come si trasformerà il suo Tavolo Civico?

«Dentro il Tavolo Civico ci sono diverse sensibilità, alcune più di sinistra, altre più di centro. Credo che sia utile che si raggruppino sulla base delle loro sensibilità con liste civiche a sostegno del candidato. E vista la straordinaria esperienza, mi piacerebbe che si formasse una lista civica dei giovani. Ci sarà, ovviamente, anche una lista del Pd».

Sull’onda di questo netto successo alle primarie, si sente il favorito anche per le elezioni di giugno?

«Di scontato alle elezioni e nella democrazia non c’è niente. Non conosco ancora nè le piattaforme politiche degli altri, nè le persone che saranno chiamate ad interpretarle. Mi auguro che ci sia un confronto tra proposte forti, perchè la democrazia funziona bene soltanto se c’è un confronto vero. Chi sta all’opposizione, e mi auguro di non essere io, dovrà avere la forza, i legami sociali e la conoscenza, per poter svolgere quell’opera di controllo necessaria a stimolare e governare meglio».

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