Sul mecenatismo

Rimini

Noi abbiamo guadagnato talmente che è nostro dovere restituire una parte dei nostri guadagni- e anche rilevante – al popolo e alla Nazione” dichiararono i Canergie istituendo la loro grande Fondazione, trascinati a fare opera di mecenatismo dallo slancio pionieristico e puritano tipico degli Stati Uniti. Non sappiamo se Giuseppe Verzocchi trasse ispirazione da questa dichiarazione quando, dopo aver fatto fortuna come industriale, nell’estate del 1949 invitò i maggiori pittori del momento a valorizzare il “lavoro” attraverso le loro creazioni artistiche. Sta di fatto che la collezione Verzocchi donata al Comune di Forlì rappresenta uno straordinario esempio di mecenatismo moderno, anticipando un tempo, gli anni della ricostruzione, in cui in Italia sarebbe fiorita una ricca cultura dell’industria che faceva capo ad alcune delle maggiori imprese, arricchendone il profilo al di là del mero fatto produttivo. La Olivetti, l’Iri, l’Eni, la Fiat, la Pirelli, la Esso, si distinsero in quest’opera. E’ in tale contesto che nel 1953 nasce Civiltà delle Macchine, promossa da Finmeccanica. Tutto ciò oggi purtroppo è soltanto un bel ricordo in quanto al posto del mecenatismo sono subentrate le sponsorizzazioni che sono cosa diversa, consistendo in finanziamenti non collegati alla crescita specifica di una cultura industriale, ma finalizzati esclusivamente alla comunicazione d’impresa. Ora, con il trasferimento al rinnovato palazzo Romagnoli, la “Verzocchi, ha finalmente una degna casa. Il messaggio che da essa promana ci piace leggerlo anche come un auspicio per rinverdire la nobilissima tradizione del mecenatismo ove l’ “attività artistica” e la “dinamica sociale” si stimolano a vicenda con reciproche soddisfazioni materiali e spirituali.

Igino Zavatti (coordinatore associazione Francesco Barone)

(Forlì)

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