«Gli islamici condannino l'Isis o se ne vadano»

Rimini

IMOLA. «Noi cittadini finiamola di prendercela in blocco con gli stranieri. Chiediamo piuttosto agli islamici presenti tra di noi di mostrarsi uomini d’onore, di prendere posizione pubblicamente contro le persecuzioni e gli atti di crudeltà. Altrimenti dovrebbero avere il coraggio di allontanarsi dalla nostra terra, perché nessuno vuole avere i nemici in casa. Sappiamo che sono intimiditi dagli integralisti, ma è arrivato il momento di rompere il circolo vizioso dei soprusi. La situazione è seria, mettiamoci tutti in moto senza tergiversare, superando sia il buonismo sia l’intolleranza». Sono le parole che il vescovo di Imola Tommaso Ghirelli ha scritto e firmato sull’ultimo numero del settimanale locale della Diocesi di Imola Nuovo Diario. Proprio per la domenica di oggi, come accadde anche una un fa quando fu il Papa a invitare a un giorno di preghiera e digiuno per la pace in Siria, il capo della Chiesa imolese ha infatti chiamato a raccolta i fedeli per pregare nuovamente per il medio Oriente. Una invocazione di pace e riconciliazione che verrà pronunciata anche nella liturgia di oggi in San Cassiano, ma intanto sono le parole della lettera del vescovo che suonano forti e suscitano dibattito. Mentre la comunità islamica imolese fa sapere che risponderà con una posizione ufficiale l’11 settembre «quando come ogni anno saremo al fianco delle istituzioni imolesi per la cerimonia a ricordo di quella data» risponde il portavoce Mohamed Sabir, anche altri intanto commentano le parole del vescovo che non lasciano dubbi interpretativi.

«Prendiamo atto delle parole forti pronunciate dal nostro vescovo che finalmente prese una posizione seria e legittima sull’operato dell’Isis e sulla questione profughi - commentava ieri il consigliere di Forza Italia Simone Carapia -. Ha pienamente ragione quando sollecita i rappresentanti della comunità islamica sul nostro territorio a dissociarsi dall’ondata di violenza e di terrorismo di cui si sta macchiando l’Isis. E anche noi riteniamo che chi rappresenta la comunità islamica debba far sentire la propria voce. Il buonismo e l’intolleranza vanno superati, come dice Ghirelli, ed è anche giusto chiedere un atto di coraggio e di responsabilità a una comunità islamica che in questo territorio si è sempre vista riconoscere i diritti fondamentali e la libertà di culto».

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