Castagne, la produzione torna ai livelli normali e c’è anche la qualità

Rimini

CASTEL DEL RIO. Le premesse per una buona annata ci sono tutte: ricci pieni, produzione che torna a livelli normali, dopo il crollo dell’anno scorso dovuto alla siccità, e ottima qualità del prodotto. Questi i principali elementi fin qui emersi dalla campagna di raccolta dei marroni, leggermente più indietro del solito. I freddi notturni stanno un po’ rallentando la caduta dei ricci dai castagni. E questo fa sì che, nonostante i buoni auspici, tra gli addetti ai lavori prevalga un po’ di prudenza. «Finché non cadono i ricci non sai mai cosa c’è dentro» sintetizza Giuliano Monti, numero uno del Consorzio castanicoltori di Castel del Rio, uno dei due centri in provincia di Bologna a fregiarsi del marchio Igp.

Premesse buone

«I ricci stanno cadendo e siamo in piena fase di produttiva. Un bilancio più puntuale lo potremo fare più avanti. Le quantità di raccolta giornaliere sono un po’ inferiori rispetto al solito, ma le premesse comunque sono buone – spiega Monti -. Inizialmente c’è stata un po’ di preoccupazione per un po’ di marcio trovato nei ricci, ma l’allarme è rientrato dato che è stato trovato solo in quelli che cadono per primi. Rispetto all’anno scorso la quantità dovrebbe tornare in linea con la media. Per ora i primi che abbiamo cotto e assaggiato sono di ottima qualità». Anche per Castel del Rio dunque, da uno dei settori più importanti dell’economia di vallata le notizie sono buone. E questo non può che far piacere agli amanti di questo frutto, che ieri ha dato il via alla prima giornata della Sagra del Marrone, la più antica festa che si tiene a Castel del Rio.

Coldiretti fa il punto

Segnali positivi li registra anche Coldiretti Emilia Romagna. Uno su tutti il raddoppio della produzione di castagne e marroni dopo il minimo storico toccato l’anno scorso. Dopo essersi rialzata con successo dall’attacco del Cinipide galligeno del castagno, l’insetto killer proveniente dalla Cina che aveva colpito i castagneti su tutto il territorio regionale a partire dal 2008 e che è stata sconfitta con un efficace intervento biologico, con il lancio nei castagneti del Torymus sinensis, insetto antagonista naturale dello sgradito parassita alieno, la castanicoltura dell’Emilia Romagna ha ripreso quota, ridando prospettive alle oltre 1.500 aziende che producono quasi 10 mila quintali di castagne e marroni. «Con i suoi 2.822 ettari di castagneto da frutto – ricorda Coldiretti regionale – l’Emilia Romagna è la sesta regione in Italia per estensione dei castagneti, il 35 per cento dei quali situati in provincia di Bologna dove si raccolgono il Marrone Igp di Castel Del Rio e il Marrone Biondo dell’Appennino bolognese, molto ricercati dai consumatori per fare le tradizionali caldarroste, ma anche per realizzare dolci tipici».

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