Unioni civili, la prima coppia di donne

Rimini

CASTEL SAN PIETRO. «Ci auguriamo che sia un messaggio di speranza per tutti, per poter godere dei propri diritti e andare avanti all’insegna dell’amore. La diversità non esiste, perché siamo tutti uguali». Così Deborah ed Elena, prima coppia di donne a essere unita in unione civile nella provincia di Bologna e forse in Italia, da Castel San Pietro abbracciano idealmente tutte le coppie dello stesso sesso che si amano e che sperano che anche la loro unione possa essere presto riconosciuta in maniera ufficiale dallo Stato italiano.

In piazza XX Settembre, qualcuno è seduto ad aspettarle da almeno mezz’ora, per cercare di avvicinarle e riuscire a dire loro qualche cosa. Molti sorrisi, altrettanti baci e abbracci, ma soprattutto molti incitamenti e congratulazioni per una giornata così significativa.

«Siamo molto contente, sia per la nostra unione sia per la condivisione con tutta la comunità e i nostri amici», aggiunge Deborah.

«E’ bellissimo vedere tutte queste persone, perché sono qui per noi. C’è pure qualcuno che non conosciamo, sono venuti a farci le congratulazioni», continua Elena.

Primo sindaco del Bolognese a celebrare un’unione civile, Fausto Tinti ci tiene a fare presente che «non è una corsa, questa. Si tratta di garantire dei diritti a delle persone. Ovviamente sono emozionato, però più per il passo che non per l’atto. Per l’atto sono tranquillissimo, è una cosa che ormai dobbiamo considerare istituzionalmente del tutto “normale”. Questo è un arricchimento per tutti».

Indubbiamente, però, «essere uno dei Comuni che ci ha creduto dall’inizio è una soddisfazione. E’ un momento bello, che Deborah ed Elena ci hanno regalato».

Nel corso della cerimonia, in una sala consiliare stipata come non mai, Tinti sottolinea anche che «la piena libertà con cui Deborah ed Elena fanno questo passo importante per la loro vita arricchisce la comunità di persone mature, responsabili e consapevoli del loro futuro e di quello della comunità. Oggi non c’è spazio per essere contro, oggi c’è solo spazio per essere per. Oggi siamo qui solo per essere una comunità migliore, che include e riconosce i diritti delle donne e degli uomini che amano e che sono liberi».

«Se così non fosse, se a questo non tenderemo, a che cosa servirà quella cosa che chiamiamo Costituzione italiana? - continua il sindaco -. Sarebbe solo un pezzo di carta, con cui ci riempiano la bocca troppo spesso, e non la carta dei diritti e dei doveri di tutti noi, che ci rende pienamente liberi. Per cosa avrebbero speso la vita tutti coloro che ci hanno preceduti?».

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