La sinistra piange Luciano Lama

Rimini

IMOLA. E’ scomparso ieri Luciano Lama, uomo di sinistra, politico, sindacalista, amato da molti. A Imola era molto conosciuto per i vari incarichi che aveva ricoperto in seno al partito, alla Cgil e all’Anpi. Classe 1940, Lama era malato da tempo. I funerali si svolgeranno martedì in forma pubblica, dalle 8 alle 10 nella sala dell’ex Annunziata in via F.lli Bandiera. La notizia della sua morte è rimbalzata velocemente in città.

«Con la scomparsa di Luciano Lama se ne va una bella fetta della storia di Pci, Pds, Ds e Pd imolesi - afferma Marco Raccagna, segretario Pd dell’Unione territoriale imolese - nonché del sindacato, Cgil in particolare, di cui è stato per anni il segretario. Porgo alla moglie Alba e a tutta la famiglia il cordoglio di tutto il Pd e mio personale. Ho mille ricordi di Luciano. È stato un uomo di sinistra sempre, con coerenza e passione. Una sinistra fedele ai suoi valori e riformista. E’ stato un uomo leale, appassionato, sempre teso a trovare una sintesi e pronto ad aiutare le giovani generazioni nell’avvicinarsi al “fare politica” e nel prendere delle responsabilità più alte. Lo chiamavamo tutti “lo zio”. Perché per noi era la persona saggia a cui chiedere consiglio o l’amico più adulto col quale scambiare una battuta. Ricordo quella volta che, da capogruppo dei Ds, lo chiamai per venire immediatamente in consiglio comunale per votare una delibera importantissima; e lui, che era intento a preparare i ragù del ristorante “La chiocciola” di cui era anima e chef alla Festa dell’Unità, dopo pochissimi minuti arrivò ansimante, sudatissimo e imbrattato di sugo, dicendomi che se l’avessi fatto un’altra volta sarebbe morto di infarto. Luciano era questo: generosità, franchezza e altissimo senso del dovere».

Anche la Cgil di Imola esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Lama, che è stato prima segretario della Funzione pubblica e successivamente, dal 1985 al 1993, segretario generale della Camera del lavoro imolese, per poi restarne attivista. «Per noi è una grandissima perdita perché se ne è andato un compagno che ha dedicato tutta la sua vita alla Cgil - commenta il segretario generale della Cgil di Imola, Paolo Stefani -. Era amato e rispettato da tutti, anche dagli avversari politici, per la sua correttezza ed umanità, ma anche per la sua fermezza e determinazione nelle azioni che portava avanti. Ci mancherà perché con lui se ne va un pezzo della storia del sindacato imolese, della nostra storia, ma ci impegneremo al massimo per seguire il suo esempio».

«La scomparsa di Luciano Lama lascia un vuoto nei tanti che lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le grandi capacità e qualità - afferma il deputato imolese Daniele Montroni - Da dirigente sindacale della Cgil ha contribuito alla crescita economica del nostro territorio, sempre attento alla ricerca di nuove opportunità di lavoro e impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori. Sapeva guardare avanti e con questo spirito ha contribuito alla costruzione del Partito democratico al quale ha dedicato ogni energia fino all’ultima delle sue forze».

Anche il sindaco Daniele Manca lo ricorda con grande affetto: «La sua scomparsa è per me un dolore immenso. È una delle persone alle quali devo di più come amministratore e dirigente politico. L’ho conosciuto a 20 anni e ricordo che la sua “imponenza” mi metteva quasi soggezione. Ma, frequentandolo, ho compreso che i suoi modi schietti verso noi giovani avevano lo scopo di trasmetterci il senso vero della politica, dell’impegno e del servizio per il partito, per le istituzioni, per la comunità. Quella volontà ferrea spesa alla ricerca del bene comune, quella ricerca della coesione, dell’unità fanno parte dell’insegnamento che io e altri della mia generazione abbiamo ricevuto da lui. Era davvero lo “zio” per tutti noi. Da segretario dei Ds ho avuto un rapporto quotidiano con Luciano e posso dire che c’era sempre. Aveva la capacità di dare il consiglio giusto al momento giusto, dava una mano a chi gliela chiedeva senza chiedere nulla in cambio. Ricordo con profondo affetto le belle lettere che mi ha scritto in tante occasioni, quando sono diventato segretario, consigliere regionale e poi sindaco. Lettere in cui mi spronava ad andare avanti, affrontando le sfide che mi si presentavano, perché lui amava guardare oltre, verso il futuro. Ricordo, inoltre, le tante discussioni che facevamo, in federazione o a casa sua, perché ogni occasione era buona per aiutarci a fare sempre meglio, perché ci voleva bene davvero. Un abbraccio forte e commosso ad Alba e a tutta la famiglia».

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