Bombe carta davanti all'Itis: nei guai una banda di 14enni

Rimini

IMOLA. Hanno un volto e un nome i costruttori delle due bombe carta abbandonate nel parcheggio antistante l’ingresso principale dell’istituto tecnico-professionale “Alberghetti” di Imola, dopo il tentativo fallito di farle esplodere sotto alla finestra della sala insegnanti, nella tarda mattinata dell’1 dicembre dello scorso anno: è quello di tre ragazzi 14enni, tutti e tre nati in città, che frequentano il primo anno di tre scuole superiori differenti di Imola.

E nonostante alla base del loro gesto non ci fosse alcuna intenzione di fare del male a qualcuno, i tre ragazzi sono stati denunciati a piede libero per un reato di non poco conto: fabbricazione e detenzione di materiale esplodente in concorso.

In assenza di telecamere di sicurezza piazzate in zona, gli investigatori sono riusciti ad arrivare all’identificazione del primo fra i tre responsabili grazie alle testimonianze raccolte fra gli studenti che, guardando fuori dalle finestre delle loro classi, si erano accorti di due ragazzi che si aggiravano fra le auto parcheggiate e cercavano di accendere la miccia delle bombe carta, e per questo avevano immediatamente avvertito i loro professori. La vicepreside e una bidella erano poi uscite nel tentativo di raggiungerli e di chiedere loro che cosa ci facessero nel cortile durante l’orario di lezione, ma alla loro vista i due si erano immediatamente dati alla fuga, lasciando cadere le bombe carta dietro un cespuglio ad alcune decine di metri di distanza dalla porta. Immediatamente, dunque, ci si era potuti accorgere che quei due ragazzi non erano degli studenti dell’Alberghetti, perché in molti avevano avuto la possibilità di vederli in faccia, però non erano stati in grado di riconoscerli.

La confessione del primo ragazzo, così come la disponibilità a collaborare per l’individuazione dei suoi due complici, sono arrivate nel corso della perquisizione della sua abitazione, in maniera spontanea. Inoltre durante le ricerche nella casa del ragazzo che la Polizia già sospettava essere il fabbricatore delle bombe carta - si trattava di due cilindri di 12 centimetri di altezza e 10 di larghezza, riempiti con bicarbonato di sodio e di polvere pirica, e sigillati con il cellophane e lo scotch - gli agenti hanno rinvenuto proprio una confezione di bicarbonato, utilizzato come ritardante dell’esplosione, e raccolto un’ulteriore confessione spontanea. Da questa è emerso come la costruzione delle bombe carta si sia rivelata molto più semplice di quanto i tre ragazzi avessero mai potuto immaginare: il materiale di cui avevano bisogno era facilmente reperibile in una qualsiasi ferramenta, e per le istruzioni non mancavano filmati pubblicati in rete.

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