Buco all'università, cartolibreria razziata
RIMINI. La banda del buco è entrata in azione, dopo avere lavorato indisturbata dentro una sede dell’università per circa quattro notti consecutive.
Tanto è durato il lavoro per creare il condotto attraverso il cemento armato e riuscire a entrare dentro la confinante cartolibreria La Nuova, in corso Augusto 239, che a dispetto del nome è la più vecchia del centro, dopo la chiusura della Moderna. Una razzia da migliaia di euro, in cui sono stati portati via centinaia di gratta e vinci, schede telefoniche e borse.
Un blitz studiato nei minimi dettagli che ha richiesto una preparazione lunga e certosina. Tanto che i ladri hanno fatto un’operazione chirurgica. Una volta presa di mira la cartolibreria di Mirco Casadei, lungo corso Augusto, la banda ha fatto scattare i lavori dentro l’attigua università, la sede del Scienze della Formazione.
Lo ha fatto nottetempo, passando per la piccola perpendicolare, via Santa Maria in Corte, da dove i ladri sono entrati nel giardino universitario. E’ qui che i malviventi, avendo ben in mento la piantina degli edifici, hanno fatto scattare il lavoro all’interno di un piccolo locale che confina proprio con la cartolibreria.
Per arrivare alla dimensione giusta del buco attraverso cui passare il tempo impiegato sarebbe stato di circa quattro notti, secondo le prime ricostruzione delle forze dell’ordine che stanno indagando sull’accaduto. E non sarebbe stato facile fare il passaggio attraverso il cemento: i ladri avrebbero infatti lavorato sempre dopo che l’università chiudeva le proprie attività. Una volta dentro la cartolibreria, hanno portato i gratta e vinci, a centinaia, le schede telefoniche, ma anche altri oggetti come diverse borse. Un bottino da diverse migliaia di euro.
Il titolare Casadei, accortosi la mattina successiva di quello che era accaduto, è rimasto senza parole, anche perché poco dopo ha capito il modus operandi: «Era tutto in ordine: hanno preso quello che volevano e sono andati via, di sicuro sapevano bene dove andare e come muoversi e nessuno, a meno che non abbia fatto dei sopralluoghi prima, poteva immaginare che si potesse passare per quel muro».