Rimini, l'assessore Massimo Pulini si dimette
RIMINI. Dopo sette anni e mezzo l'assessore Massimo Pulini si dimette. Lascia la giunta del sindaco Andrea Gnassi e la delega alla Cultura. "Mi spingono a questa scelta solo motivi, fortunatamente ancora non gravi, di salute e il bisogno di riprendere la mia attività di artista, di ricercatore storico e di docente, quasi interamente sospese in questi anni - commenta Pulini -. Me ne vado arricchito della più intensa esperienza umana e civile che abbia avuto occasione di incontrare nella mia vita e per questo ringrazio e saluto caramente tutti". Pulini era entrato in Comune nel 2011 con l'elezione di Gnassi. Era stato poi riconfermato nel suo incarico anche con la seconda vittoria elettorale del sindaco. "Dopo aver concluso un mandato (2011-2016) in cui, oltre alla delega alla Cultura ho seguito anche quella dell'Identità dei luoghi, per motivi strettamente personali, ho scelto di concludere in queste settimane la mia esperienza amministrativa, rinnovata a giugno 2016. E’ stata un’avventura coinvolgente, emozionante, stimolante non solo dal punto di vista del lavoro a servizio della collettività. Se infatti da una parte la cultura e la valorizzazione della stessa sono cresciute a priorità per lo sviluppo di Rimini, dall’altra conservo come cosa preziosa la stima e l’amicizia trovate e cresciute in questi anni con il Sindaco e i miei colleghi di Giunta, nonché con il consiglio comunale e le tante persone che ho conosciuto e incontrato. Mi sento orgoglioso di essere parte di un cambiamento della città evidente e riconosciuto. In tutto questo periodo, caratterizzato da un costante impegno su tutti i fronti del settore culturale, ho usufruito di un pieno rispetto della mia indipendenza (intendo la non appartenenza ad alcun partito o lista civica) e della mia professionalità".
Sulle dimissioni di Pulini arriva il commento del sindaco Gnassi: "Queste parole di Massimo interpretano come meglio non si potrebbe la sua esperienza d’artista e uomo di cultura a servizio della comunità di Rimini. E un sentimento reciproco. Non sempre accade che una conoscenza, seppur di un artista raffinato, nel tempo diventi amicizia e complicità. Ricordo ancora, 7 anni e mezzo fa, il primo incontro in cui gli proposi il ruolo di assessore, e di esserlo riuscito a convincere sulla base di un progetto di città fortemente incardinato sull’orizzonte strategico e trasversale della cultura. Eravamo agli inizi. L’idea era quella di provarci, buttarsi per produrre un cambiamento fuori dagli schemi, senza alcuna demagogia, né populista né rottamazione metallica".