Sinti e Rom sabato fanno festa in piazza Cavour

Rimini

RIMINI. Una giornata di festa per nomadi rom e sinti. Un evento, promosso dalla diocesi di Rimini, che arriva proprio nel momento di massima tensione tra gli occupanti del campo nomadi di via Islanda e tanti comitati cittadini nati contro il progetto di trasferire i sinti in undici microaree sparse per altrettanti quartieri di Rimini. "La giornata cade l’8 aprile a ricordo del primo congresso di intellettuali romanì avvenuto a Londra nel 1971 - si legge in una nota della Diocesi - . Stabilì il termine “rom” (uomo) come denominazione ufficiale, l’inno Djelem Djelem in memoria del genocidio nei lager nazifascisti e la bandiera con ruota indiana su sfondo per metà verde, a simboleggiare la terra coperta d’erba, e per metà azzurra come il cielo".  L’appuntamento riminese, sabato 8 aprile, è un incontro-festa (a ingresso libero) a partire dalle 17.30 in piazza Cavour e presso il Giardino delle Mimose, a Rimini, con animazione per bambini, ragazzi e adulti. Un pomeriggio di festa e di amicizia, al quale le famiglie rom e sinte parteciperanno attivamente, proponendo loro stesse animazioni e giochi.
Una coloratissima roulotte stazionerà in piazza Cavour: sul tetto una marea di palloncini per “far volare” la conoscenza, l’accoglienza reciproca e l’amicizia. “Vorrei che per il vostro popolo si desse inizio ad una nuova storia. – ha detto Papa Francesco – È arrivato il tempo di sradicare pregiudizi secolari, preconcetti e reciproche diffidenze che spesso sono alla base della discriminazione, del razzismo e della xenofobia”. Partecipano all’iniziativa: comunità Papa Giovanni XXIII, Agesci, Azione cattolica, Centro culturale Paolo VI, Acli, Masci, Rns, Movimento dei focolari, Cenacolo della santissima Trinità, Istituto santa famiglia, ma tutte le aggregazioni laicali condividono lo spirito di accoglienza e di contrasto ad ogni forma di razzismo e discriminazione che ne ha costituito l'origine. La festa si concluderà "gioiosamente" alle 19. La Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti, “ritorna ogni anno a provocare sulla storia e sulla vita di un popolo europeo che conosce ancora molte discriminazioni e umiliazioni, – a ricordarlo è la Fondazione Migrantes della Cei – mentre non viene riconosciuto il tesoro che custodisce”.

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