Balneari pronti alla marcia su Roma

Rimini

RIMINI. Presidio nazionale dei balneari mercoledì 17 febbraio a Roma. In programma il Tavolo interregionale del Demanio per dare una risposta alle 30mila imprese che da anni ormai chiedono chiarezza, ma anche per sollecitare il governo ad assumere delle decisioni in grado di garantire futuro e certezze del settore. Il 20 febbraio poi si terrà a Rimini l’assemblea nazionale di Oasi Confartigianato (guidata dal riminese Giorgio Mussoni) alla quale parteciperanno i politici più ferrati della materia sia a livello locale che nazionale.

Sib e Fipe di Confcommercio, Assobalneari Italia di Confindustria, Fiba Confesercenti e Oasi Confartigianato adesso attaccano: «Serve una norma che preveda il cosiddetto doppio binario, (evidenza pubblica per il rilascio di nuove concessioni e un congruo periodo transitorio per le imprese esistenti), e il riconoscimento del valore delle imprese, (che operano sì su un’area demaniale ma la proprietà ci viene giuridicamente riconosciuta), legato non solo agli investimenti economici ma anche all’occupazione, ai valori storici, sociali e alla tipicità delle piccole e medie imprese che connota le aziende balneari. Siamo convinti che questo sistema di imprese rappresenti un valore innegabile per l’economia turistica del Paese».

Per dare ancora più forza e sostegno all’iniziativa, le categorie organizzano un presidio nazionale davanti alla sede romana della Regione Liguria. Una chiamata a raccolta «per rappresentare, anche al Parlamento e al Governo, lo stato di esasperazione e di incertezza non più sopportabile di 30mila imprese».

Gli imprenditori balneari «chiederanno con forza che si affrontino i problemi con realismo e che, all’interno delle norme europee, si cerchi una soluzione possibile, (che altri Paesi europei hanno già trovato), e di cui le imprese hanno assoluto bisogno per uscire dall’incertezza e poter rilanciare con entusiasmo e investimenti». Anche perché le concessioni demaniali sono ufficialmente scadute dal 31 dicembre scorso.

Proprio negli ultimi giorni, inoltre, i concessionari hanno incassato una importante vittoria. La sesta sezione della Corte di cassazione, con la sentenza del 12 gennaio (n. 263 / 2016) ha confermato la decisione della Commissione tributaria regionale di Salerno e stabilito che gli stabilimenti balneari di “facile rimozione” non devono pagare l’Imu. Un pronunciamento che riguarda le strutture non stabili collocate a tempo determinato sulla spiaggia. Mentre sono considerate stabili le costruzioni in muratura ordinaria con piattaforma su cemento armato.

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