Due operai morti nel crollo in cantiere: chiesto il processo a imprenditore

Rimini

RAVENNA. Chiuse le indagini sul tragico crollo alla Madel di Lugo che costò la vita il 25 settembre del 2014 a Matteo Buscherini (35 anni) e a Davide Bellini (36 anni).

I due giovani operai della Gattelli furono travolti dalle strutture prefabbricate che stavano montando in via Torricelli per allargare lo stabilimento della ditta lughese che produce detersivi.

Il pubblico ministero Isabella Cavallari, dopo un anno e quattro mesi di inchiesta e una perizia sulle cause del crollo eseguita in incidente probatorio, chiederà il processo per il legale rappresentante della Gattelli, ovvero Domenico Gattelli, classe 1941. L’imprenditore, in virtù del suo ruolo societario, è accusato di omicidio colposo aggravato dalla violazione di alcuni articoli della legge sulla sicurezza del lavoro.

Pochi giorno dopo la tragedia il pm Cavallari dispose un “accertamento tecnico irripetibile” per risalire alle cause del crollo nominando come consulente l’ingegnere Riccardo Arfelli.

Anche i familiari di Bellini (tutelati come parti offese dagli avvocati Nicola Montefiori e Silvia Contarini) nominarono l’ingegnere Angelo Sampieri e il geometra Massimo Cenni.

Il 25 settembre del 2014 Davide Bellini e il caposquadra Matteo Buscherini erano impegnati a Cotignola nei lavori di allargamento dello stabilimento dell’azienda leader nel settore dei detersivi. All’improvviso cedettero le travi che i tecnici della Gattelli stavano montando per sostenere il tetto del prefabbricato. Tetto sul quale erano saliti utilizzando un cestello elevatore. Dopo la caduta dall’alto i due sono stati poi travolti dalle travi di cemento. Per entrambi, purtroppo, non ci fu nulla da fare.

Davide e Matteo lasciarono rispettivamente un figlio di 13 anni e un figlio e una figlia di 3 e 6 anni, abitavano a Ragone e a San Pancrazio. Secondo l’accusa - ma sarà l’eventuale processo a chiarirlo in caso di rinvio a giudizio - i due dipendenti non ricevettero “esaurienti indicazioni sul montaggio delle coperture con capriate e pannelli, in particolare mancava uno schema di montaggio delle capriate e dei relativi tiranti (chiamati in gergo tirfor). Mancavano schemi o fotografie che “permettessero una totale comprensione e non c’erano indicazioni chiare sul sistema di aggancio dei tirfor in modo da non permettere lo sganciamento accidentale o la rottura dell’aggancio”. Ai due operai - per la procura - non erano state date nemmeno “indicazioni precise sul tempo di consolidamento del calcestruzzo”.

La procura, in base alla legge sulla responsabilità degli enti ha notificato l’avviso di chiusura indagine anche alla Gattelli Spa ipotizzando che la società abbia “conseguito maggiori utili da una riduzione dei tempi di lavorazione e dei costi di produzione rispetto a quelli realizzabili rispettando le norme antinfortunistica». La Gattelli è difesa dagli avvocati Ermanno Cicognani, Giovanni Baracca e Andrea Lombardi del foro di Milano.

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