«Ristampo in 3D i monumenti di Palmira distrutti dall'Isis»
RAVENNA. La stampante 3D ideata e costruita da Massimo Moretti non finisce di stupire per le innumerevoli applicazioni sul campo. La sfida che è ora chiamata a vincere, con il benestare dell’Unesco, è riportare in vita le grandi opere d’arte. Andate distrutte dalla furia dell’Isis e di tutte le altre guerre o vittime di catastrofi naturali. Il sogno, che presto potrà diventare realtà, è reso possibile grazie alla tecnologia 3D che ha la base operativa e creativa a Massa Lombarda. Da qui rinascerà, innanzitutto, il toro alato di Nimrud distrutto dalla furia degli jihadisti. Per farlo saranno utilizzate tutte le informazioni relative al monumento, fotografie, misurazioni, rilevamenti. Tutto ciò che si sa sull’antico manufatto.
La stampante GigaDelta alta 12 metri, frutto del genio di Moretti, permetterà di realizzare una grande Arca di Noè dell’arte. Il progetto è stato presentato alla fiera Maker Faire di Roma. I monumenti torneranno in vita nelle dimensioni reali e in ogni più piccolo dettaglio. Potrebbero anche essere utilizzati gli stessi materiali originari; si potrà ricrearli dalla polvere e dalle macerie dei luoghi. Per farlo Moretti sta conducendo studi sui geopolimeri. «L’idea ci è stata proposta pochi giorni prima della fiera - spiega il titolare della Wasp, Massimo Moretti -; in 4-5 giorni, cioè a tempo di record, abbiamo realizzato dei prototipi che poi sono stati presentati all’Unesco. L’idea è piaciuta e ora andiamo avanti. Faremo un progetto esecutivo con tempi e scadenze precise. La prima sfida è ricreare il famoso toro di Nimrud. E’ un’opera imponente, sto già cercando un capannone in disuso all’interno del quale lavorare. Gli spazi che abbiamo a disposizione non sono sufficienti, quindi ci dovremo arrangiare per trovare una soluzione compatibile con le nostre esigue disponibilità economiche». L’idea è realizzare una mostra itinerante con i monumenti andati perduti: «La distruzione di un’opera d’arte ci colpisce tutti. Ha un impatto emotivo notevole e questo progetto vuole recuperare una memoria storica che altrimenti andrebbe perduta. Per ricreare i monumenti faremo un lavoro di squadra con gli archeologi e altri professionisti, siamo in stretto contatto con l’Università La Sapienza di Roma. Grazie alla stampante 3D, per ogni monumento che va distrutto se ne potrebbero ricostruire cento».
Il primo a contattare Moretti è stato Riccardo Luna, consigliere per l’innovazione del Presidente del consiglio, che poi ha contribuito a creare un collegamento con l’associazione “Incontro di civiltà” presieduta dall’ex ministro Francesco Rutelli. «Faremo toccare al mondo quanto è andato distrutto - dice Moretti -. I monumenti non saranno ricreati in cemento. In questo caso sarebbe impossibile trasferirli; ricordiamo infatti che l’obiettivo è riproporli nelle loro dimensioni originali». La Wasp è attesa da una grande sfida: «Al momento abbiamo 20 persone in Wasp e altrettanti collaboratori - spiega Moretti -. Si lavora in open source: le conoscenze sono condivise in rete. Le applicazioni della stampante 3D sono innumerevoli; noi siamo partiti dall’idea di realizzare case a basso costo».
Roberto Artioli