Occhio al "virus" che blocca il telefonino usando WhatsApp

Rimini

RIMINI. Accendere il telefonino e trovare un invitante messaggio su WhatsApp da parte di qualcuno che non conosci, ma presumi ti conosca perché è l’amministratore di un nuovo gruppo ha inserito proprio te (la notifica suona particolarmente ingannevole: “Whatsapp ti ha aggiunto al gruppo Whatsapp”). All’interno compare il vero e proprio messaggio da parte di un mittente con prefisso +44 seguito da un contenuto multimediale e una scheda contatto. «Congratulazioni – si legge nella nuvoletta del messaggio- il tuo numero di telefono +39XXXXXXXXXX è stato selezionato casualmente come dispositivo mobile fortunato di oggi! Hai un (1) premio non reclamato. Reclama il tuo premio ora!». Non cadete nel tranello, ora che le prime utenze riminesi vengono bersagliate, proprio in queste ore. Il premio, infatti, è in realtà un subdolo virus, definito dai tecnici un ransomware (cioè un tipo di malware che limita l’uso del dispositivo infettato e lo blocca fino a quando non pagate un riscatto). L’avvertimento sta già rimbalzando su media tradizionali e social, grazie anche all’Agente Lisa, la poliziotta virtuale della pagina Facebook gestita dalla polizia di Stato. Dopo aver avuto la segnalazione da un utente, ne ha verificato la potenziale lesività, mettendo in guardia tutti gli altri. «Quindi non aprite il link – è il consiglio della “poliziotta” - cancellate subito la chat e bloccate il mittente. Il sistema operativo di alcuni dispositivi potrebbe offrire meno difese al virus, quindi, per non correre rischi, massima attenzione a questa truffa!». L’unico modo per salvarsi dalle intromissioni sullo smartphone è evitare di cliccare sul contenuto multimediale e - meglio ancora eliminare la conversazione dopo aver bloccato il numero. Il rischio, altrimenti, è di ritrovarsi all’improvviso con tutti i contatti e l’intera galleria multimediale inaccessibile. Il virus gira solo da pochi giorni e non è dissimile dal famigerato Cryptolocker (per i pc Windows) in versione telefonino (I-phone e Android). Alla polizia postale è già arrivato il primo passaparola e richieste di chiarimenti, ma non ancora nessuno ha presentato denuncia. Pagare, cedendo al ricatto, non sempre rimette le cose a posto: il telefono, come accaduto per i computer, potrebbe essere sbloccato solo per poche ore per poi tornare in ostaggio degli sconosciuti oppure un altro rischio è che, dopo aver tirato fuori i soldi (almeno virtualmente perché il più delle volte il riscatto è versato in cybervalute), il misterioso interlocutore scompaia per sempre. Massima attenzione, quindi, per evitare spiacevoli conseguenze. Un saggio consiglio è scaricare un antivirus, l’altro – dettato dal buonsenso – è diffidare dagli sconosciuti, specie in Rete, e dalle offerte troppo allettanti.

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