Muore dopo la dialisi, indagati due medici

Rimini

RAVENNA. Si è sentita male dopo che gli era stato messo un catetere per effettuare la dialisi all’ospedale di Ravenna. Erano da poco passate le 14, alle 21 dello stesso giorno è morta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Ravenna. Avrebbe compiuto 74 anni il prossimo 5 ottobre R. A., queste le iniziali della donna morta all’ospedale di Ravenna il 18 settembre scorso.

“Embolia diffusa”, questo il primo responso sulla causa della morte, sul quale aleggia lo spettro di un errore nell’inserimento di un catetere.

Ma sarà ora l’autopsia, eseguita ieri mattina all’ospedale di Lugo dal medico legale Matteo Tudini, ad accertare i motivi di un decesso ancora inspiegabile sul quale la procura della Repubblica ha aperto in fascicolo per omicidio colposo che, al momento, vede due medici del reparto di Nefrologia dell’ospedale di Ravenna indagati.

L’indagine - coordinata dal pm Angela Scorza - è ancora alle prime battute. Ieri si sono tenuti i primi interrogatori. A rivolgersi alla procura era stata la stessa Ausl dopo aver riscontrato alcune “anomalie” alla luce di un proprio accertamento eseguito come atto amministrativo interno con il consenso dei familiari della donna deceduta. Durante quell’accertamento un chirurgo dell’ospedale aveva infatti ravvisato la presenza di una copiosa emorragia interna.

La donna si era presentata in ospedale il 16 settembre scorso per eseguire un “eco-doppler”, ma durante la visita preventiva l’esame era stato rinviato perché erano stati riscontrati alcuni problemi al torace, tanto da richiedere un ricovero in medicina d’urgenza. Poco dopo era stato disposto il trasferimento in nefrologia, in attesa di eseguire una “tac per contrasto”. Ma anche quest’esame era stato rinviato perché i valori di creatinina non lo consentivano. Il giorno seguente la donna è stata sottoposta a dialisi, ma circa 50 minuti dopo l’inserimento del catetere si è sentita male. La sua situazione è poi progressivamente peggiorata e in serata è arrivato il decesso. I due medici indagati sono entrambi del reparto di nefrologia. Uno dei due non era però nemmeno in servizio al momento della “cateterizzazione”, ma il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati in virtù del suo ruolo all’interno della struttura.

Anche la figlia della donna morta - tutelata dall’avvocato Alfonso Gaudenzi - informata dell’indagine come parte offesa ha scelto di nominare un proprio consulente, si tratta del medico legale Paolo Fabbri.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui