«Decidete voi come spendere i fondi della tassa di soggiorno»

Rimini

CERVIA. Assemblea di Federalberghi piena di colpi di scena quella aperta ieri dalla relazione del presidente Maurizio Zoli, con al centro “L’innovazione del turismo”. A caratterizzare i lavori è stato il tema della pressione fiscale e dell’imposta di soggiorno, ma sul punto è arrivata la proposta spiazzante del sindaco di Cervia: «decidete voi come spendere quelle risorse».

Zoli ha insistito sulla scelta di uscire dai tavoli di concertazione del Comune, illustrando le condizioni per riprendere il confronto con l’Amministrazione. Ma il sindaco Luca Coffari, di fronte a una platea ostile, ha detto che si potrebbe utilizzare il 30% della tassa di soggiorno, dal 10% della proposta iniziale. Farebbero 800 mila euro, la stessa cifra spesa da Riccione. Attualmente Cervia mette a bilancio per questa voce 50 mila euro ogni anno. La svolta, potrebbe riportare Federalberghi al tavolo di concertazione. «I dati di arrivi e presenze sono certamente confortanti - ha detto invece Zoli - e documentano la buona tenuta del prodotto Cervia. Ma sappiamo che non sono sufficienti per valutare compiutamente l’andamento stagionale e non deve distoglierci dall’immenso lavoro di innovazione che ci attende». Il presidente ha poi puntato il dito sulle tasse. Il prezzo dell’acqua, fra l’altro, è aumentata del 5% rispetto allo scorso anno («a Rimini gli alberghi la pagano il 30% in meno»), mentre quello del gas è cresciuto di oltre il 500%. Compresi pure Imu e Tasi, l’aumento rispetto al 2011 ammonta a circa il 45%. In questo scenario di inasprimento fiscale, «l’Amministrazione ha deciso di introdurre l’imposta di soggiorno a partire dal 2016». Fra le richieste al Comune, compare pure la revisione delle ordinanze comunali, per «depotenziare ogni forma di eccesso». No, quindi, al palco per la movida, al dj, al vocalist, agli orari prolungati, garantendo controlli sistematici. Ma non mancano anche le provocazioni in senso contrario Mauro Santinato, esperto di turismo, ha infatti “punto” gli albergatori Ascom: «Manca la voglia di lavorare, altrimenti potevate tenere aperto fino al 20 settembre e oltre. Quindi, non venitemi a parlare di allungamento della stagione».

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