De Meis, la partita è ancora aperta

Rimini

RIMINI. I tifosi del Rimini vivono con il fiato sospeso le vicende del Cocorico, mentre la squadra suda sotto il sole a Roccaporena di Cascia (Perugia), a due passi dalla casa natale di Rita, la santa dei casi impossibili. Più delle rassicurazioni del presidente Fabrizio De Meis li rincuorerà la notizia che l’arrivo di nuova linfa nelle casse societarie è imminente. L’appuntamento per il passaggio del trenta per cento delle quote societarie è fissato per domani nello studio di un notaio riminese. Ad affiancare il patron, che resta saldamente in sella, sarà una società modenese che si occupa di “coaching sportivo” ed è già impegnata nel calcio professionistico, specie a livello di settore giovanile. L’operazione che si conclude alla vigilia del campionato parte da lontano e non ha ovviamente alcuna attinenza con i fatti degli ultimi giorni. Prima di entrare in società il gruppo emiliano ha chiesto e ottenuto di completare una “due diligence” sui conti del Rimini. Niente da eccepire e quindi, ecco il via libera alla firma dell’accordo, i cui dettagli saranno ufficializzati nelle prossime ore. Un grattacapo in meno per De Meis che, come annunciato nella conferenza stampa, tiene separato il Rimini dalle vicende della discoteca. Sta mantenendo fede agli impegni con la tifoseria e allestendo una compagine competitiva per la categoria, dopo aver ottenuto la promozione.

Anche per quanto riguarda il Cocorico è il momento del contrattacco. Duplice la strategia individuata da De Meis e dai suoi collaboratori: da una parte la battaglia mediatica e di immagine (ora fioccano anche i primi inviti in tv) per candidarsi come promotore di proposte efficaci contro la droga (attraverso il sindacato dei locali da ballo e i buoni uffici del consigliere per la comunicazione Luigi Crespi ha chiesto un incontro con il ministro Angelino Alfano), dall’altra l’azione legale per cancellare il provvedimento di sospensione della licenza per 120 giorni emesso dal questore di Rimini Maurizio Improta. Il ricorso al Tar sarà presentato, con ogni probabilità, dall’avvocato Marco Dugato, docente di Diritto amministrativo all’Università di Bologna. Meditato, ma rapido nel tentativo di ottenere la sospensiva con una procedura d’urgenza. Tra le tante manifestazioni di solidarietà al Cocorico, da quelle spontanee, a quelle “interessate” fino a quelle goliardiche, c’è anche chi passa il segno nel prendere a bersaglio il questore di Rimini, Improta. Singolarmente, tra questi c’è il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi che in un post di solidarietà su Facebook al presidente “rivale”, usa forse un paio di aggettivi di troppo. Pochi ricordano che il questore Improta non ha voluto risolvere il problema della droga in Italia ma ha semplicemente emesso un singolo provvedimento amministrativo (non “punitivo”) per una singola situazione particolare e conclamata (spaccio e morte di un minore nel locale simbolo della trasgressione, più anni di pregresso). E lo ha fatto, a tutela della sicurezza dei giovani, attraverso l’unico strumento che la legge gli offre. Almeno fino a quando qualcuno - gli amici di De Meis si sono già mossi, ma a giudicare dalle dichiarazioni di Alfano senza trovare sponde - farà sì che venga depotenziata anche quella residua possibilità.

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