Provincia, dipendenti sul piede di guerra

Rimini

FORLÌ. Erano in 200, rumorosi, furenti, sconcertati e in piazza Morgagni come in tutta Italia hanno occupato simbolicamente la sede della Provincia prendendo la parola all’inizio del consiglio per gridare tutto il loro disagio e il timore per un futuro che non vedono davanti a sé.

Erano i dipendenti della Provincia, appunto, che in seguito alla riforma istituzionale e dopo le normative incluse nella Legge di Stabilità che prevedono tagli lineari sul bilancio 2015 per 11,8 milioni e una riduzione forzosa della dotazione organica pari al 50 per cento, vedono il rischio di ritrovarsi con 228 esuberi e nessuna certezza su quando, dove e come sarà ricollocato il personale. In stato di agitazione dal 27 novembre, ieri le Rsu dell’ente assieme alle divisioni funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato davanti alla sede istituzionale e sottoposto al consiglio un ordine del giorno di impegno per tutti i livelli, regionali e statali, a definire rapidamente l’attribuzione delle competenze, le risorse necessarie e i relativi dipendenti assegnati, a salvaguardare qualità e vicinanza al cittadino dei servizi erogati e le competenze di chi vi lavora tutelandone i livelli occupazionali. Inoltre viene chiesto di garantire regolarità dei pagamenti a fronte del rischio che a giugno non ci siano più i soldi per gli stipendi. Ordine del giorno rafforzato ieri mattina dall’impegno scritto del neo presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a istituire un tavolo permanente di confronto e a garantire per il 2015 le risorse per il mantenimento delle funzioni che a suo tempo la Regione stessa delegò. E mentre i lavoratori urlano la propria rabbia - «basta demagogia, non siamo noi il male del Paese, i soldi prendeteli dalla lotta all’evasione fiscale e agli appalti mafiosi» - il neo presidente Davide Drei fa approvare il testo proposto e offre la solidarietà e l’impegno che era stato chiamato a esplicitare. «Il vostro è un disagio che non ha eguali nella storia del “pubblico” ed è evidente che le riforme sono vere solo se e quando realizzabili e sostenibili. Combatteremo assieme a voi, con la Regione parleremo al Governo, chiederemo vera equità nei sacrifici, chiarezza sulla ricollocazione dei dipendenti e garanzia che i servizi siano tutti mantenuti». (e.p.)

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