Vallanzasca conferma:«Mi invitarono a scommettere contro Pantani»

Rimini

FORLÌ. «Nel maggio 1999 all’interno del carcere di Novara, pochi giorni prima della tappa di Madonna di Campiglio del 5 giugno, fui avvicinato più volte da una persona che mi invitò a scommettere sul fatto che Pantani non avrebbe concluso il Giro d’Italia». Renato Vallanzasca, l’ex re della malavita milanese, sentito per due mattine, ieri e lunedì, dai Carabinieri dell’ufficio di Pg della Procura forlivese, avrebbe confermato quanto già scritto anni fa nella sua autobiografia, in una lettera inviata alla madre del “Pirata” e nell’intervista rilasciata al giornalista Davide De Zan.

Questo è quanto trapela, pur nel fitto riserbo adottato dalla Procura forlivese, dall’inchiesta condotta dal procuratore Sergio Sottani e dal sostituto Lucia Spirito in merito alle presunte minacce ricevute dal corridore, e in seguito anche dalla madre e da altri famigliari, affinché perdesse la corsa rosa.

Nei due incontri dentro il penitenziario milanese di Opera, dove è nuovamente detenuto dopo essersi visto revocare il regime di semi libertà per il furto di un paio di boxer, Vallanzasca si è dimostrato lucido e disponibile, dando qualche elemento ulteriore agli inquirenti, pur ribadendo di non volersi macchiare di “infamia” tradendo qualcuno. La prima, lunga, chiacchierata di lunedì - dalle 10 alle 14 circa - infarcita da ricordi e digressioni sulla propria carriera criminale, ha infatti permesso agli uomini dell’Arma di circoscrivere ad una decina di nomi la rosa entro la quale si potrebbe trovare la persona che lo invitò a scommettere perché lo ammirava e voleva fargli un regalo.

In assoluto non poco, visto che all’epoca il carcere di massima sicurezza di Novara ospitava 260 detenuti quasi tutti in regime di carcere duro (il 41 Bis) e, senza le indicazioni - pur sommarie - del “re della Comasina”, sarebbe stato difficile individuare chi condivideva con lui la cella e il braccio del penitenziario. Anche perché il fatto che i reiterati inviti a puntare denaro contro Pantani - cosa che Vallanzasca non fece per mancanza di denaro e perché non credeva alla possibilità che il corridore potesse perdere quel Giro che stava dominando - fossero avvenuti durante l’ora d’aria, allargava a dismisura il novero dei potenziali soggetti sospettabili.

A questo punto la Procura nel prossimo futuro sentirà le persone della lista, in gran parte ancora detenute, per cercare di individuare quella che avvicinò Vallanzasca, mettendo così un altro tassello ad una inchiesta che si presenta comunque non facile e irta di ostacoli.

 

 

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