«Hera valorizziil territorio, appalti alle imprese locali»

Rimini

FORLÌ. Hera non può dimenticare le imprese locali nell’affidamento degli appalti, dimenticando che la sua natura pubblica deve restare prevalente rispetto a quella schiettamente aziendale. A chiederlo, con forza, è Confartigianato Forlì, spalleggiata dal sindaco Balzani che del serrato confronto sulla vera natura della società di servizi ha fatto uno dei punti caratterizzanti il suo mandato in scadenza.

Per questo l’associazione di categoria, rappresentata dal presidente Giorgio Grazioso e dal direttore Roberto Faggiotto, ha consegnato al primo cittadino una lettera ufficiale nella quale esprime, chiedendo di condividerle, varie perplessità. «La sensazione - sottolinea Grazioso - è quella di scontrarsi con una realtà che guarda prima al contenitore (leggi correttezza formale delle varie procedure burocratiche per partecipare alle gare ndr) piuttosto che al contenuto. Prova ne è che molto spesso le aziende di fuori regione che vincono gli appalti, impossibilitate per i troppi oneri a trasferire uomini e mezzi, ne dirottano i lavori alle realtà locali».

Paradossi. Il paradosso, ricorda Confartigianato, è che in questa sorta di intermediazione si perde il 25 per cento di risorse messe a disposizione di Hera, che potrebbero andare, invece, direttamente e integralmente a beneficio dell’economia locale. Insomma: al netto del rispetto delle procedure e delle leggi, assegnare i lavori a realtà che operano sul territorio può portare solo vantaggi. «L’esito di due recenti appalti, uno per le imprese qualificate l’altro relativo al pronto intervento per gas e acqua che hanno visto ai primi due posti aziende provenienti da fuori regione - recita la lettera consegnata al sindaco - ha evidenziato ancora una volta alcune pecche del sistema, spingendoci a rinnovare la domanda: quanti dei milioni indicati nel bilancio di sostenibilità della società sono direttamente riconducibili a lavori affidati alle imprese locali e quanti invece sono riferiti ad una diversa ricaduta nel locale».

«Non dimenticando - rincara Grazioso - l’effetto domino positivo legato all’impatto sociale in termini di reddito per le famiglie dei lavoratori e per la comunità».

Strategia. «Nessuno mette in discussione la correttezza dell’operato di Hera - gli fa eco Balzani - ma una società che fa servizi e che preleva sul territorio una quota dai cittadini sotto forma di tariffe dovrebbe avere un occhio di riguardo per restituire in qualche modo queste risorse all’economia locale. Purtroppo questa riflessione, portata avanti peraltro anche in passato anche da altri miei colleghi, paga lo scotto di rappresentare una parte residuale del capitale di Hera, a fronte di logiche sempre più di tipo finanziario che allontanano la società dai territori dove opera e che ci hanno fino a questo momento impedito di costruire una politica pubblica della multiutility. Credo che il livello dei rapporti con la società debba fare riferimento quanto meno alla Regione. Per questi motivi non penso che aderiremo nel 2014 al Patto di sindacato (che vincola i Comuni, da statuto, a mantenere una partecipazione complessiva pari al 51% del capitale sociale ndr)».

Confartigianato, pur delusa dalla mancanza di risposte riscontrata fino a questo momento, chiede di aprire un confronto «con i più importanti soci di Hera a livello locale: il Comune, tramite la società Livia Tellus Governance Spa e la Fondazione Cassa dei Risparmi, coinvolgendo anche altri amministratori dei Comuni del comprensorio e i vertici della multiutility».

 

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