Dai sindacati c'è già un no ai dirigenti in più

Rimini

CESENA. Nuovi dirigenti per “l’auslona” di Romagna. Si prepara un fronte caldo di dibattito coi sindacati. Nessuno all’interno degli stessi si aspettava quanto in corso di pianificazione: ruoli dirigenziali in aumento (quasi tutte posizioni “apicali” e che quindi comportano rilevanti aumenti di retribuzione rispetto ai normali dirigenti). Uniti a posizioni che sono a volte sdoppiate o triplicate: proprio per la mole di lavoro da gestire su una Area Vasta (quella romagnola) difficilmente controllabile per i numeri e la portata che comporta.

Era quanto i sostenitori del progetto temevano (la richiesta era che le risorse venissero destinate alla salute dei pazienti e non alla creazione di dirigenze) e quanto gli osteggiatori dell’Ausl unica profetizzavano: che lo sguardo sarebbe finito prima sul “poltronificio” e poi sulle esigenze della popolazione. Se i sindacati non se lo aspettavano, ora però attendono in maniera spasmodica l’incontro prossimo con i vertici aziendali, previsto per lunedì. Dove difficilmente daranno un placet al quadro che si prospetta.

Lo si evince ad esempio dalle parole della Uil - Fpl di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Che ripercorre le tappe percorse finora. «Il 12 giugno si è svolto un incontro tra sindacati e Direzione Generale Ausl Romagna che aveva illustrato una temporanea riorganizzazione della “Direzione Strategica” in attesa dell’assetto organizzativo definitivo. Considerato che attualmente l’organizzazione del lavoro è estremamente diversa tra i territori di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini la Direzione Generale esplicitò l’esigenza della temporanea riorganizzazione. La Direzione Strategica si manifestava con l’obiettivo di istituire gruppi di lavoro coordinati per iniziare una valutazione di prospettiva di omogeneizzazione e integrazione tra territori».

I sindacati non si aspettavano dunque dirigenze in più dietro l’angolo. Men che meno apicali, e quindi molto più costose: «Mai è emersa, nel corso dell’incontro, la possibilità di un aumento del numero di dirigenti. Non sarebbe minimamente comprensibile, né tanto meno condivisibile, un aumento del numero di dirigenti a scapito di risorse che devono essere prioritariamente orientate all’assistenza dei cittadini».

La Uil e la Uil Fpl hanno sempre sostenuto che l’Ausl della Romagna non deve essere la sommatoria delle precedenti 4 aziende ma un’azienda nuova, con nuovi modelli organizzativi volti al miglioramento della qualità, razionalizzando e riqualificando tutti i costi non legati all’assistenza e alla presa in carico delle persone. «Il numero dei dirigenti non solo non deve aumentare, deve in prospettiva diminuire sensibilmente e vi sono tutte le condizioni per sostenere questo orientamento, considerato che in alcuni territori si osserva una ricchezza del numero di dirigenti ben superiore alla media regionale, significando sin da ora che l’organizzazione deve essere funzionale ai servizi, ai territori e ai cittadini e non ai singoli dirigenti. Monitoreremo quindi con estrema attenzione, a partire dal prossimo incontro con la Conferenza dei Sindaci, l’evoluzione che porterà alla definizione del nuovo atto aziendale, a tutt’oggi mai discusso né condiviso se non in alcuni macro obiettivi definiti nel protocollo di intesa del 18 novembre scorso, nei quali mai appare una necessità di aumentare la spesa per i dirigenti. La spesa pubblica, soprattutto in un momento nel quale si continuano a chiedere sacrifici al personale e nel quale le famiglie combattono quotidianamente contro la disoccupazione e l’impoverimento del proprio reddito, deve essere esclusivamente indirizzata al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini e alla introduzione, così come sin dall’inizio pattuito, di quelle attività oggi non presenti nella sanità pubblica romagnola».

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