Uccise l'ex fidanzata, chiesto l'ergastolo

Rimini

FORLÌ. Ergastolo per il 28enne Vincenzo Manduca, il macellaio di Santa Sofia che il 7 dicembre 2012 uccise l’ex fidanzata Lisa Puzzoli a Udine. Questa la richiesta del pm Marco Panzeri ieri al termine della sua requisitoria. Al carcere a vita ha anche chiesto di aggiungere l’isolamento diurno per 18 mesi e l’interdizione e decadenza dalla potestà genitoriale sulla figlia avuta dalla 22enne.

Per il pubblico ministero non ci può essere alcun tipo di attenuante.

«Manduca ha preparato con cura il suo disegno criminoso probabilmente per un paio di giorni ed è partito verso Udine con l’intento di uccidere».

«Si è procurato l’arma (un coltello ndr) - ha sottolineato il pm - convincendo la donna a scendere in strada con la scusa di consegnarle un assegno. E’ evidente la premeditazione». Nessuno segnale di pentimento, ha ricordato Panzeri, nè di rammarico per la figlia avuta dalla vittima.

La prossima udienza è fissata per venerdì con l’intervento di parti civili e difesa per poi attendere la sentenza che probabilmente sarà pronunciata sabato.

In mattinata, prima delle conclusioni del pubblico ministero, era stato l’imputato a parlare, definendosi «ossessionato» per il provvedimento del Tribunale dei minori che affidava la bambina nata dalla sua relazione con Lisa Puzzoli alla madre e dal fatto che questa consentisse le visite solo il giovedì. Percorso rigorosamente seguito dalle assistenti sociali del Comune di Codroipo.

«Ero convinto che non avrei potuto più vedere mia figlia - ha detto Manduca -. Così come non avevo più fiducia nella giustizia che non mi aveva ascoltato». Con questo stato d’animo aveva raggiunto la ex, ospitata nella casa paterna, a Villaorba di Basiliano in provincia di Udine. «Sono partito dopo un litigio con mia madre che aveva attribuito a me la colpa del fatto che non mi facevano più vedere mia figlia. Volevo solo spaventare Lisa - ha ricordato l’omicida -. Il giorno prima avevo pensato di prendere una pistola giocattolo ma costava troppo e allora ho scelto il coltello che era più economico».

Ad un certo punto, però, è accaduta la tragedia. «E’ come se la rabbia mi avesse avvolto completamente. Tutta la rabbia che avevo dentro stava uscendo nel peggiore dei modi. Non riuscivo a fermarmi. Mi ha fermato il fratello di Lisa colpendomi con due pugni. Dopo qualche minuto ho capito quello che ho fatto e ho chiamato i carabinieri per prendermi le mie responsabilità. Non volevo ucciderla. Ho “sbroccato” l’unica volta in cui avevo un coltello».

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