Interruzioni di gravidanza in calo: crescono i medici obiettori

Rimini

FORLI'. A Forlì calano i numeri, come in tutta la regione e ormai da anni, delle interruzioni volontarie di gravidanza. Il numero che aumenta invece è quello dei medici obiettori.

Obiezione

Per tutta l’Ausl Romagna, secondo la banca dati regionale della Regione che ha pubblicato da poco i dati 2016 sull’applicazione della legge 194, i medici obiettori sono 44 su 86, ovvero il 51,2%, a fronte di una percentuale un poco più bassa nel 2014: 45 su 90 ovvero il 50% netto. Percentuale comunque sempre più alta della media regionale del 49,8% (in leggera diminuzione negli ultimi tre anni per i medici ginecologi) e circa un terzo dei medici anestesisti (32,4%). I corrispondenti dati medi nazionali risultano decisamente più elevati: rispettivamente pari al 70,7% e al 48,4%, percentuali che in alcune realtà mettono a rischio la garanzia di applicazione della stessa legge. Quello che oggi accade a Forlì è che su 11 medici ginecologi in servizio all’ospedale Morgagni-Pierantoni, 7 sono obiettori, ovvero oltre il 63%. Va un po’ meglio con i medici anestesisti, su 38, gli obiettori sono 13. Con questi numeri, comunque, la direzione sanitaria del presidio forlivese afferma che «fino ad oggi si è sempre potuto garantire il rispetto della legge 194».

Interventi

Sempre basandosi sull’ultimo report della Regione, il numero di interruzioni volontarie di gravidanza effettuate in regione nel 2016 è stata pari a 7.688 (-2% rispetto al 2015), di cui 6.791 a carico di donne residenti in Emilia Romagna. Si riconferma la lieve ma costante diminuzione delle Ivg in regione, con un calo percentuale tra il 2006 e il 2016 del 33% circa. Anche sul territorio forlivese il dato è andato calando: i casi erano stati 298 nel 2012, 338 nel 2013 (ultimo anno prima della nascita dell’Ausl unica Romagna), 256 nel 2016, di cui 127 effettuate tramite la somministrazione della pillola RU486.

Flash mob

Nel giorno in cui la legge 194 sulla tutela della maternità e regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza ha compiuto 40 anni, martedì, un gruppo spontaneo formatosi in chat di forlivesi, espressione di diverse associazioni cittadine, ha dato vita in centro a Forlì a un flash mob in piazza Morgagni e Saffi in difesa della legge stessa e della sua applicazione. «In questi 40 anni la 194 è stata continuamente attaccata da più parti ed in più modi. Innanzitutto, subdolamente, con lo strumento dell’obiezione di coscienza dei medici ginecologi (previsto dall’articolo 9 della legge stessa) che sostanzialmente rende inapplicabile la legge in quanto, stante la media italiana del 70% di medici obiettori (con punte dell’87/90% in alcune regioni) diviene difficile per una donna sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza – riportava l’appello degli organizzatori del flash mob –. Oggi più che mai noi sentiamo l’esigenza di ribadire che la Legge 194 va salvaguardata; va sostenuta con finanziamenti ai consultori e con formazione tra gli operatori e operatrici, va difesa ostacolando l’obiezione di coscienza dilagante, va supportata con una adeguata educazione sessuale tra i giovani».

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