La Marcegaglia chiede di ampliarsi e assume

Rimini

FORLÌ. La “Marcegaglia” chiede di potersi ampliare e, in cambio, promette di aumentare la produzione e di assumere. Ieri in commissione consiliare urbanistica è stata presentata la domanda avanzata ad agosto dal “colosso dell'acciaio” che prevede l'ampliamento dello stabilimento che dal 1985 sorge a cavallo tra i comuni di Forlì e Forlimpopoli occupando un'area di circa 250mila metri quadrati, 120mila dei quali coperti e impiega oggi 415 addetti grazie ai quali riesce a produrre annualmente 340mila tonnellate di tubature elettrosaldate in acciaio inossidabile.

Il progetto, che comporta variante urbanistica e prevede la convocazione di una Conferenza dei servizi per le autorizzazioni definitive, riguarda due aspetti: la realizzazione di una tettoia da 150 metri quadrati lungo via Mattei per favorire migliori condizioni di carico e scarico della merce e, soprattutto, la costruzione di un nuovo fabbricato da 1.230 metri quadrati. In questo saranno trasferite le lavorazioni di carpenteria metallica leggera ora allocate in un capannone ove convivono forzatamente con lo stoccaggio e le corsie di carico. Uno spazio troppo piccolo per entrambe le attività che ha portato la direzione aziendale a chiedere di utilizzare aree ricadenti all'interno del proprio sedime per realizzare una nuova struttura coperta., areata, dove il personale potrà lavorare (non in orario notturno) in condizioni migliori.

Il Comune è propenso a dare il proprio avvallo e riceverà in cambio il corrispettivo degli oneri d'urbanizzazione e un contributo straordinario di costruzione. A suffragare il parere favorevole che sarà comunque il Consiglio a dovere dare, è la promessa della Marcegaglia: «Miglioreremo le condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori e investiremo su 6 nuove linee di produzione a Forlì, prevedendo un aumento occupazionale per un totale di 15 addetti».

L'unico problema del progetto riguarda la tettoia nell'area di carico e scarico. Ricadrebbe nella fascia di rispetto pozzi, ma il Comune chiederà alla Conferenza dei servizi una deroga in quanto la ditta non tratta rifiuti o materiali inquinanti.

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