«Sull'Isis non buttate bombe ma libri, ne hanno più paura».

Rimini

FORLÌ. «Non permettete a nessun politico di umiliare la vostra cultura. Non permettetegli di coprire le vostre statue per poter vendere qualche vestito di marca in più. Tenete sempre presente che quando si firmano i contratti economici si dimenticano i diritti umani. Non aiutate i dittatori». La lezione del Premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, gli studenti forlivesi del Liceo classico e dell’Itaer di Forlì che questa mattina hanno partecipato all’incontro “Experience Colloquia” promosso dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì la terranno a mente a lungo. L’avvocatessa iraniana, perseguitata, minacciata di morte e costretta a lasciare il suo paese per il suo impegno a favore dei diritti delle donne in particolare si è rivolta a loro raccontando pezzi significativi della sua vita, della storia del suo paese, spiegando il suo impegno contro la dittatura e contro l’«interpretazione distorta dell’Islam da parte dell’Isis». «Sull’Isis -ha detto il premio Nodel per la pace - non buttate le bombe, ma i libri, ne hanno molta più paura. Un’ ideologia sbagliata non si cancella con le bombe, va sostituita con un pensiero nuovo, giusto e questo viene solo dalla conoscenza». Shirin Ebadi ha risposto alle domande degli studenti, ben volentieri anche a chi si è detto scettico sull’accoglienza ai profughi. «Capisco che tanti profughi siano un peso per una società e infatti non è giusto che sia l’Europa a caricarsi tutto il peso di questa crisi mondiale. Io protesto contro i paesi arabi e islamici ricchi che di fronte a tutto questo non muovono un dito. Protestate anche voi, ma fatelo con le persone giuste. Non umiliate il singolo profugo che è stato costretto a fuggire e che non è nessuno».

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