Le scarpe di Kate son fatte a Tredozio

TREDOZIO. Un soffio di vento sposta la gonna della principessa Kate e porta in prima pagina l'orgoglio di Tredozio. La moglie del primo figlio di Diana di Inghilterra e secondo in linea di successione al trono dopo il padre Carlo, ha scelto la calzature ricercate dello stilista inglese. La particolarità è che la fabbrica in cui questi bellissimi prodotti vengono realizzati si trova a Tredozio.

Nell’alta vallata del Tramazzo-Marzeno in un paesino che sembra ed è lontanissimo dalla mondanità e dalla ricchezza di certi contesti, dove evidentemente si può contare su artigiani di altissimo spessore.

Il marchio Rupert Sanderson ha acquistato una quota azionaria della fabbrica tredoziese “Facit” (che produce anche per altri marchi di moda di lusso come “Borbonese” e “Sergio Rossi”). Così quando i cronisti inglesi sono rimasti colpiti dalle scarpe indossate da Kate durante il secondo giorno della visita dei reali in India i riflettori sono stati puntati anche su Tredozio.

«Le scarpe che producono alla “Facit” sono di altissima qualità - conferma il sindaco Simona Vietina, fra i primi a sottolineare la notizia - ho fatto una visita nella fabbrica il 12 aprile scorso, proprio accompagnata da Rupert Sanderson che era arrivato dall’Inghilterra. Sono già 10 anni che ha rilevato l’azienda dove si realizzano prodotti rivolti a una clientela facoltosa. Alcune scarpe, ad esempio, sono rifinite in bagno d’oro. Hanno una cura per il particolare che richiede un artigianato attento e esperto. Questo ci riempie di orgoglio perché oltre 40 persone tredoziesi sono impiegate lì».

Il sindaco sottolinea come l’imprenditore londinese parli un buon italiano e non venga spesso dall’Inghilterra a Tredozio. «Non lo avevo ancora incontrato - prosegue Vietina - e ci tenevo a farlo. Mi ha mostrato alcuni giornali inglesi in cui si parla delle sue scarpe e di Tredozio. Bisogna dare pubblicità a questo». Le scarpe possono diventare da sogno anche per i cittadini di Tredozio quando, una volta all’anno, viene aperto in fabbrica un outlet che vende le rimanenze di magazzino. «È giusto che anche in Regione sappiano delle eccellenze dei piccoli comuni - conclude Vietina - se si continua a parlare di fusioni e riduzioni si taglieranno anche le possibilità di avere realtà virtuose come la nostra, per creare grandi Comuni con grandi debiti».

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