Torna la patrona, in diretta su radio e Tv

Rimini

FORLÌ. Città in festa per la Madonna del Fuoco. La solennità della patrona, la più amata dai forlivesi, si riaccende col suo carico di tradizioni plurisecolari: dai lumini su balconi e davanzali la notte della vigilia, alle funzioni religiose in Duomo, senza dimenticare la fiera ambulante, con ben 222 banchi dislocati nel cuore del centro storico.

Domani, nella Cappella seicentesca dedicata alla madre celeste sono previste celebrazioni eucaristiche a tutte le ore: dalle 7 in punto per i mattinieri alle 19.15 per le associazioni e i movimenti ecclesiali, sino alla celebrazione conclusiva delle 20.30. L’evento religioso più importante sarà la messa pontificale delle 11, trasmessa in diretta su Teleromagna e officiata dal vescovo monsignor Lino Pizzi, con la partecipazione delle autorità cittadine. Saranno presenti il gonfalone di Forlì e una delegazione dei salinari di Cervia. La devozione dei “cugini” rivieraschi per la patrona forlivese, testimoniata a partire dal XVII secolo, ha ripreso vigore una decina di anni fa e ora è parte integrante dell’evento. I cervesi porteranno con loro il civico gonfalone, lo stendardo dell’associazione Civiltà Salinara e confezioni di sale che saranno poste sull’altare al momento dell’offertorio. Il culto della Madonna del Fuoco nasce dal rovinoso incendio scoppiato nella notte fra il 4 e il 5 febbraio 1428 nella scuola di Lombardino da Riopetroso. L’edificio, situato nel punto di via Cobelli dove sorge la settecentesca chiesa del Miracolo, andò completamente distrutto.

Dalle braci ardenti fu estratta, incredibilmente intatta, una xilografia su carta della Vergine. Le cronache dei periodi più critici della storia cittadina abbondano di affollate processioni e intercessioni alla Madonna del Fuoco. Basta vedere il resoconto del Novacula sugli inverni polari d’inizio Cinquecento, o sui violenti terremoti del 1688 e del 1781. L’attuale cappella alla Madonna del Fuoco fu inaugurata ufficialmente il 4 febbraio 1636. Nel 1638 fu eretta anche una colonna votiva al centro della piazza Maggiore, oggi dedicata al triumviro Saffi. Il monumento ha dominato il Campo dell’Abate (piazza Saffi) fino al 14 ottobre 1909, giorno del suo abbattimento per mano di un gruppo di anarchici capitanati da un certo Benito Mussolini. Nel 1928, colonna e statua sono stati collocati nel sito odierno, a fianco del Duomo.

Domani rivivrà anche il tradizionale collegamento su Radio Maria, con recita di rosario, vespri e litanie, che quest’anno, per la prima volta saranno in diretta.

Il parroco della Cattedrale monsignor Quinto Fabbri coglie l’occasione del grande afflusso di fedeli previsto per la festività patronale, per annunciare alcune novità funzionali all’insegna dell’accessibilità: un nuovo confessionale, un bagno interno e panche più corte e agevoli. Lo scopo, condizionato al reperimento delle risorse necessarie, è rendere fruibile il Duomo anche alle persone in carrozzina.

«Preghiamo la Madonna - conclude il sacerdote – che tenga acceso nel cuore dei suoi devoti la fiamma della partecipazione corresponsabile anche per gli aspetti economici, per i quali la società sta troppo soffrendo».

 

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