Canali in tilt, allagamenti e tanta rabbia

Rimini

FORLÌ. La rabbia dei residenti a Villafranca e nelle campagne circostanti monta proporzionalmente al livello dell’acqua che, dopo le incessanti piogge degli ultimi giorni, ha allagato ancora una volta abitazioni, frutteti e campagne provocando danni per decine di migliaia di euro.

«Non è possibile che il Consorzio di bonifica non faccia più una adeguata manutenzione dei canali di scolo, pieni di sedimenti oppure lasci colpevolmente nei fossi gli sfalci dell’erba che impediscono il deflusso delle acque. Qui ci sono gli estremi per sporgere denuncia per danni». A farsi portavoce della rabbia degli agricoltori della zona di Villafranca, mentre nell’area residenziale del quartiere le idrovore della Protezione civile sono tornate a lavorare in via XIII novembre ancora allagata come altre parti dell’abitato, sono i fratelli Giancarlo e Gianfranco Villa, affiancati da Nicola Fontana, tutti proprietari di vasti frutteti e vigneti finiti sotto uno stivale d’acqua.

«Piante che rischiano la morte per l’asfissia delle radici - denunciano, allarmati - e il cui raccolto rischia comunque di essere in gran parte pregiudicato». Sul banco degli imputati l’ente che dovrebbe supervisionare e tenere in perfetta efficienza la rete idraulica delle campagne, andata invece in tilt dopo le fortissime precipitazioni. «La beffa è duplice - dicono - paghiamo le tasse, non abbiamo i servizi e subiamo danni ingenti ormai ogni volta che piove per qualche giorno di seguito». Ma l’emergenza ha coinvolto anche via Navicella, via Portolani, la Lughese, via Angelini e via Curtatone, rimaste anche chiuse per alcune ore per l’eccessiva pericolosità del fiume d’acqua presente sulla sede stradale. «Una cosa simile non si era mai vista - rincara Patrizia Cimatti, attiva nella lista Destinazione Forlì e portavoce di tanti residenti - come è possibile?». «Alcuni canali del Consorzio di bonifica non sono in grado di far defluire le acque - risponde l’assessore comunale Alberto Bellini, impegnato ieri nei sopralluoghi con la collega di giunta Francesca Gardini e i tecnici del Consorzio -. A cascata, poi, accusano seri problemi di deflusso anche gli altri canali e gli scoli». L’amministratore confida che lo studio prodotto insieme a Consorzio, Servizio tecnico di bacino e servizio viabilità del Comune dopo l’emergenza di febbraio, possa portare ai lavori importanti che sarebbero necessari.

«I livelli sono due - riprende Bellini -: quello dell’emergenza, per il quale abbiamo chiesto al Consorzio di bonifica di intervenire prima possibile e la ridefinizione della rete, che richiede un investimento pluriennale di 40 milioni che ci auguriamo di poter sostenere insieme a tutti gli enti coinvolti. Oggi (ieri ndr) ho ricevuto la telefonata del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che si è informato sulla situazione confermandomi l’impegno di 100 milioni contro il dissesto in tutta l’Emilia-Romagna». E i problemi non sono pochi: la tombinatura di canali che obbliga l’acqua a percorsi tortuosi e spesso otturati e il Cer (Canale emiliano romagnolo) «che diventa - riprende Bellini - una barriera insormontabile per le condutture che vi passano sotto prive di adeguati impianti di sollevamento delle acque. Non dimenticando, poi, il consumo del suolo per la progressiva urbanizzazione e il fatto che il principio dell’invarianza idraulica, che sancisce che un terreno debba avere la stessa capacità drenante anche quando passa da agricolo a residenziale, sia diventato obbligatorio per legge solo dal 2004».

 

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