Carretta è libero e resterà a Forlì
FORLÌ. Ferdinando Carretta è libero e continuerà a vivere a Forlì dove risiede da 9 anni in una comunità. Lo ha deciso il magistrato di sorveglianza di Bologna accogliendo la richiesta degli avvocati dell’uomo assolto per difetto di capacità di intendere e di volere dall’omicidio dei genitori e del fratello dalla Corte d’Assise di Parma nel ’99. A Forlì Carretta ha acquistato un appartamento con i soldi dell’eredità.
«Dopo tanto tempo, ora voglio solo fare una vita tranquilla, pensare al futuro. Sto bene e vorrei solo essere dimenticato - ha confidato Carretta - Ogni volta che si parla di ciò che è successo sto male, ogni volta che esce qualche notizia che mi riguarda sto male, voglio solo ricominciare a vivere». Secondo il giudice la sua pericolosità sociale si è particolarmente attenuata, tanto da consentirgli di lasciare la comunità di Barisano. Molte altre volte in precedenza, invece, i giudici avevano bocciato analoghe istanze di revoca della libertà vigilata presentate dalla difesa, anche in Cassazione, l’ultima volta il 31 gennaio 2013. Tuttavia avrà ancora delle prescrizioni da rispettare: dalla sera alla mattina successiva non potrà allontanarsi dall’abitazione e continuerà ad essere periodicamente seguito da psichiatri ed educatori per verificare il suo percorso di reinserimento. Imposizioni che il suo legale, Menotto Zauli, vorrebbe fossero revocate al più presto. «E’ una persona normale - spiega il legale Menotto Zauli - è un ragioniere, una persona di una cultura media, penso abbia rimosso questa vicenda. E’ stato sette anni in ospedale psichiatrico: attualmente è ancora in condizione di libertà vigilata, però con la possibilità, siccome ha potuto comprare un appartamentino a Forlì, di vivere a casa sua: su suggerimento anche dei medici che lo seguono, la Corte d’Appello ha ammesso che poteva uscire dalla struttura di assistenza dove si trovava. Adesso deve ancora andare una o due volte al mese alla struttura di Forlimpopoli, dove lo assistono». E’ stato il legale a comunicare a Carretta che ora può vivere a casa sua. «E’ stato felice - conclude il legale - si era comprato l'appartamento, ci aveva messo i suoi mobili, ci andava ogni tanto quando aveva qualche ora di libertà».
Per la legge è un assassino «senza colpe»: nel febbraio ‘99 fu assolto dall’accusa di aver ucciso i familiari nel 1989 essendo stato ritenuto totalmente incapace di intendere e volere. Carretta riuscì per anni a tenere nascosta la strage familiare. Tutti pensavano che la famiglia se ne fosse andata ai Caraibi. Solo nel novembre ‘98, nove anni dopo, fu rintracciato a Londra, dove lavorava come pony express. Confessò davanti alle telecamere di “Chi l’ha visto?” di aver sterminato la famiglia - i genitori Giuseppe e Marta, il fratello minore Nicola - e raccontò di aver trasportato i cadaveri in una discarica alla periferia di Parma, a Viarolo, ma i corpi non vennero mai trovati e nemmeno la pistola usata per la strage. Nel dicembre 2010 riuscì a vendere la casa del massacro – un appartamento di 120 metri quadrati al primo piano di una palazzina - per circa 200mila euro, dopo un accordo con le zie sulla spartizione dell’eredità dalla quale ottenne anche circa 40mila euro in contanti.