Eugenio Finardi, l'extraterrestre rock ora è blues

Rimini

Dopo un lungo periodo dedicato al tour di impostazione rock elettrico seguito all’ultimo album Fibrillante, Eugenio Finardi ha ripreso il più acustico e intimo Parole e musica tour, con cui si presenterà questa sera al Naima di Forlì. Il locale di Via Somalia riprende l’attività nel 2015 con uno dei più gloriosi cantautori italiani, che in questo set alterna le canzoni con racconti, aneddoti e riflessioni sulla sua lunga carriera. L’abbiamo intervistato.

Come mai ha deciso di riprendere “Parole e musica”?

«Perché sento una grande esigenza da parte del pubblico di andare al di là della musica, di approfondire; c’è bisogno di dialogo e contenuti, in contrapposizione con l’eccesso di litigiosità di questi tempi».

Rispetto alle settanta date della prima parte del tour, ci sono diversi cambiamenti.

«Abbiamo rinnovato la veste del concerto, arricchito nella scaletta, negli arrangiamenti dei brani e nella scenografia, anche se al Naima, come negli altri club, dovremo rinunciare alla parte più teatrale, perché le scenografie necessitano delle infrastrutture di un teatro. Resta invariata la struttura artistica dello spettacolo, nato quasi per caso dalla richiesta di un tour più intimo e raccolto, a contatto col pubblico, ma che sta avendo quasi più successo di quello elettrico, che continuiamo contemporaneamente a portare in giro».

Chi ci sarà con lei sul palco? «Saremo un trio, con Paolo Gambino al pianoforte e Giovanni Maggiore alle chitarre».

Dall’inizio del nuovo secolo lei si è cimentato in molti generi, tra cui musica etnica, classica contemporanea e, blues, al quale ha dedicato un lungo periodo tra dischi e concerti: ora è tornato alla musica d’autore o si porta dietro qualche eco di altri generi?

«Beh il blues non me lo toglie nessuno, soprattutto al Naima che è uno dei luoghi più importanti per questo genere. Un blues lo farò di sicuro, forse anche più di uno, ma il fulcro dello spettacolo sono le mie canzoni, soprattutto quelle dei primi album con la Cramps records».

Gli ultimi tempi sono stati molto pesanti per la musica d’autore italiana, con la scomparsa di Mango e Pino Daniele: inevitabile che le chieda un ricordo di entrambi.

«Conoscevo entrambi molto bene ed ero stato testimone dei loro inizi. Pino Daniele suonò per la prima volta a Milano all’Arena civica in apertura di un mio concerto, forse nel ’77, e io fui tra i primi a trasmettere il suo album d’esordio Terra mia a Radio Milano centrale, dove lavoravo allora. Abbiamo condiviso molti musicisti e amici: Ernesto Vitolo, Gigi De Rienzo, Tullio De Piscopo, Toni Esposito, James Senese ed Enzo Avitabile. La scuola napoletana e quella milanese erano molto vicine alla fine degli anni ’70. Con Mango eravamo compagni di etichetta (Fonit Cetra), e di agenzia (la Target di Angelo Carrara). È stato proprio un periodo tragico». La serata sarà aperta dai forlivesi Khorakhanè. Biglietti a 20 euro. Intanto continua la prevendita per il concerto di Paolo Fresu atteso al Naima il 16 gennaio.

Info: 335 314568

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