I fratelli Pascoli: luci e ombre di un legame indissolubile

Rimini

 

Casa Pascoli a San Mauro spalanca porte e giardino per accogliere gli amici di famiglia, coloro che ancora oggi si sentono vicini al poeta e alla sua storia. L’ultima ricerca ha portato ad allestire la mostra documentaria “I fratelli Pascoli. Luci e ombre di un legame”. Inaugurata ieri alla presenza del sindaco Luciana Garbuglia e di eredi dei fratelli Giuseppe e Ida Pascoli, che hanno messo a disposizione cimeli e ricordi di famiglia, dà spazio ai rapporti fra la nidiata di figli. Dieci fratelli, cinque maschi e cinque femmine, delle quali ne rimasero tre, dopo la morte prematura di due bimbe; a 18 anni perì di tifo anche la primogenita Margherita, la più amata, per tutti una seconda mamma, e rimasero solo Ida e Maria detta Mariù. Nel 1871 morì il fratello Luigi e nel 1876 il fratello maggiore Giacomo.

«Abbiamo approfondito la biografia del poeta – introduce Rosita Boschetti, direttrice di Casa Pascoli – privilegiando l’argomento dei fratelli Pascoli per il forte e profondo legame che li univa, pure fra le discrepanze. Questa è la casa dei momenti spensierati; il poeta racconta del giardino, dei giochi coi fratelli alle bocce costruite dal padre. Con questa mostra cerchiamo di fare meglio conoscere i fratelli in riferimento ai legami con Giovanni cui tutti si rivolgevano, anche per il sostegno economico».

La mostra è dislocata al piano terra dove si raccontano i fratelli maschi Giovanni, Raffaele, Giuseppe, Giacomo, Luigi; al piano superiore la vicenda delle sorelle. Ciò attraverso fotografie originali, lettere e scritti, documenti ma anche oggetti e doni.

«L’omicidio del padre segnò l’inizio della disgregazione e poi della diaspora dei fratelli – aggiunge Boschetti –. “Niente sarà più come prima” ripeterà all’infinito il poeta dopo la morte di Ruggero».

Fra i documenti emersi, vi è pure un componimento scritto da un poeta quindicenne per la licenza al collegio degli Scolopi di Urbino. Nelle sue parole immaginò il discorso di un padre morente ai suoi figli. Colpisce nella lettera esposta in mostra il forte senso del dovere e lo stretto legame che Giovanni avvertiva con i suoi fratelli, unione a cui mai si sottrarrà fino alla morte. L’allestimento di casa Pascoli porta indirettamente alla luce anche i caratteri diversi dei fratelli. Come ad esempio quello di Giuseppe considerato lo “scapestrato” di famiglia dalla bigotta sorella Mariù che gli sbatterà la porta in faccia quando questi le chiederà aiuto; a differenza di Giovanni che sempre gli darà fiducia. Al punto che la pecora nera troverà riscatto professionale e affettivo in un grande amore; incontrerà Lucia Volpe di Belluno, vent’anni più giovane, ma innamoratissima; lo sposerà, gli darà sei figli maschi e lo aiuterà a emergere. Giuseppe diventerà addirittura un inventore di una certa fama; brevetterà progetti come l’agganciatore automatico dei treni, il contatore idraulico, barelle da campo, letti d’ospedale.

«Pascoli fu l’unico fratello che studiò e che poteva vantare uno stipendio importante – aggiunge la direttrice – ecco perché i fratelli confidavano in lui».

La mostra attraverso i molti materiali dà pure continuità alla storica famiglia Pascoli, trasportandola fin nel tempo moderno attraverso eredi e discendenti che sentono ancora forte la vicinanza con quel mondo e quella famiglia. Fra i materiali, si ricordano le lettere di Giovanni con tanto di disegni alla sorella Ida, compreso il bel biglietto dedicatole per le nozze.

La mostra è sostenuta da Sammauroindustria; domani mattina in sala Gramsci l’Accademia Pascoliana promuove una giornata sulle antologie scolastiche.

Info: 0541 810100

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