Viserba e Viserbella "reginette" del Liberty

Rimini

Il 1º febbraio prossimo apre i battenti nei Musei San Domenico di Forlì, “Liberty, uno stile per l’Italia moderna”, la grande mostra promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione col Comune, curata da Maria Flora Giubilei, Fernando Mazzocca e Alessandra Tiddia con il comitato scientifico presieduto da Antonio Paulucci e la direzione generale di Gianfranco Brunelli.

L’obiettivo principale dell’esposizione è quello di mostrare al pubblico la potenza di questo stile capace di condizionare ogni tipologia di espressione artistica nei decenni a cavallo fra Ottocento e Novecento. In linea con la tradizione delle mostre precedenti, l’intenzione degli organizzatori è anche di mettere in evidenza i collegamenti fra le opere degli artisti della stagione del Liberty e alcuni rappresentanti importanti dell’arte italiana del passato come Sandro Botticelli.

Nelle opere del grande fiorentino è possibile infatti ritrovare la precisione grafica, l’ eleganza delle figure, degli ambienti, dei decori floreali e la straordinaria vivacità dei colori che costituiscono i fondamenti del “nuovo stile”. Anche in Romagna, principalmente in Riviera, il Liberty si è espresso in ogni forma artistica ed in ogni struttura architettonica, dai villini e le ville di residenza o di villeggiatura estiva, agli alberghi e ai luoghi di ritrovo.

Nonostante siano centinaia gli edifici demoliti nel dopoguerra per costruire alberghi e pensioni, la costa romagnola ancora oggi vanta una buona serie di esempi dove trionfano la fantasia e la ricercatezza formale tipica di questo stile.

Andrea Speziali, un giovane artista, appassionato storico dell’arte, ha pubblicato i volumi “Una Stagione del Liberty a Riccione”' e “Romagna Liberty” per i tipi di Maggioli Editore, nel 2010 e 2012 rispettivamente, avvalendosi della collaborazione di Fabio Benzi, Maria Cristina Sirchia, Vincenzo Vandelli, Alessandro Catrani, Simonetta Nicolini, Ulisse Tramonti, Paolo Zanfini, Letizia Magnani, Franco Bertoni e Cristina Castellari. L’eccellente iconografia e la competenza dei testi, in parte fruibili anche sul web, offrono uno strumento insostituibile per percorrere un itinerario fantastico che si dipana da Cattolica a Milano Marittima alla ricerca dei piccoli e grandi capolavori dello stile Liberty.

Una concentrazione considerevole di ville e di villini di inizio secolo è sopravvissuta a Viserba. Promotore della trasformazione edilizia è l’ingegnere bolognese Giambattista Bavassano con il quale collaborano alcuni capomastri locali, fra cui Sante Polazzi. Qualche anno dopo è la volta di Viserbella, dove il capomastro Raffaele Mussoni realizza le prime ville, iniziando da quelle del ragionier Giulio Cesare Gamberini e dell’artista friulano Augusto Aviano.

La storia delle due località è piacevolmente raccontata da Maria Pia Luzi in “C’era una volta... Viserba”, inserita nel volume “Viserba… e Viserba” curato da Maurizio Zaghini, Angela Fontemaggi, Orietta Piolanti, Giovanna Montevecchi, Maurizio Biordi, Oreste Delucca, Gian Ludovico Masetti Zannini, Giulio Cesare Mengozzi, Alessandro Serpieri e dalla stessa Maria Pia Luzi (Luisè Editore, Rimini 1993) ed è disponibile sul sito web L’ippocampo, laboratorio urbano della memoria di Viserba.

Anche Manlio Masini si rivela un prezioso cronista in merito, nei due eleganti volumetti “Viserba nelle cronache della Belle Epoque” e “Viserbella. Da squallida distesa di dune a nuovo Eden dell’Adriatico” (Guaraldi Panozzo Editori, Rimini, 2001 e 2002). Molti dei committenti di questa edilizia “balneare” sono nobili, professionisti, militari, possidenti ed industriali che provengono prevalentemente da Bologna, ma anche da altre città italiane. I cognomi di queste famiglie sono Baschieri, Bertarelli, Buzzi, Campogrande, Drei, Lanfranchi, Luttichau, Manfredi, Merenda, Nigrisoli, Pezzi, Piccinini, Pirzio-Biroli, Protti, Rabbi, Rasponi, Rodoni, Salvetat, Scaglietti, Schiavio, Strinasecchi, Sturani, Venturini e tante altre.

Tra le ville “celebri” tutt’ora esistenti, va ricordata “Villa Bonci”, residenza permanente del grande tenore cesenate Alessandro Bonci nella quale muore a soli settant’anni, nell’estate del 1940. (s.s.)

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