Bray: "Uscire dalla crisi grazie alla cultura"

Rimini

ROMA. Nella sua storia è stata capitale tre volte: dell’Impero Romano d’Occidente (402-476), del Regno degli Ostrogoti (493-553) e dell’Esarcato bizantino (568-751).

Può oggi Ravenna tornare a essere vera capitale d’arte e storia? L’occasione è data dalla candidatura a Capitale europea della cultura 2019. Una occasione ghiotta per cogliere tutte le opportunità che una fase di trasformazione e crisi, come quella che stiamo vivendo, fa trasparire. Cosa ne pensa Massimo Bray, direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani e già ministro per i Beni culturali?

«La memoria diventa futuro»: se ne è parlato di recente a Ravenna in un convegno all’università: che ne pensa?

‹‹Il tema della memoria, così come quello della comunità, è certamente strategico per il futuro dell’Italia e dell’Europa. In Italia – il Paese che della bellezza, dell’arte, della cultura, della musica, dell’architettura, del paesaggio ha sempre fatto la propria principale vocazione – un’accorta opera di valorizzazione della cultura può essere il punto di partenza per uscire dalla crisi, pensare a un modello di sviluppo differente, riaffermare il ruolo del Paese in un contesto internazionale. Per l’Unione Europea, la capacità di pensare la propria identità sarà fondamentale se vorrà sottrarsi all’immagine di un’istituzione appiattita su una dimensione aridamente economicistica: un progetto di Europa dovrà essere costruito sulle fondamenta rappresentate dallo straordinario patrimonio di pensiero, di arte, di scienza, di cultura, di spiritualità che è venuto progressivamente definendo, nel corso dei secoli, l’identità culturale europea››.

Nel 2021 cadrà anche il bicentenario della morte di Dante Alighieri, che notoriamente è sepolto a Ravenna, città nella quale il poeta visse gli ultimi anni della propria esistenza, morendovi nel 1321. Lei ha affermato che «ripercorrere il poema dantesco nei luoghi di Ravenna permetterà di riflettere, inoltre, su una caratteristica precipua del nostro territorio: lo stretto legame tra luoghi e letteratura, arte e paesaggio, passato e presente storico».

‹‹Il nostro patrimonio nazionale, storico, artistico, culturale, ma anche paesaggistico e ambientale, è caratterizzato da una eccezionale densità di riferimenti culturali secondari, per la quale dietro, ad esempio, a un monumento antico, a un paesaggio alpino, a una piccola città, a un tratto di litorale, a una strada antica, a una chiesa di campagna, a una stazione ferroviaria dell’Ottocento non c’è soltanto la storia del luogo, ma c’è anche la stratificazione lasciata dalla letteratura, dall’arte, dalla musica che lo hanno descritto, o che vi hanno ambientato le loro storie. Un recupero anche di questa dimensione più specifica dei beni artistici e culturali può rappresentare un modo di valorizzare il patrimonio innovativo, con un grande potenziale sia dal punto di vista del turismo culturale, sia da quello delle opportunità di occupazione qualificata››.

In occasione del Concerto dell’Amicizia del Ravenna festival 2013 lei auspicò che fosse introdotta una defiscalizzazione totale dei contributi che privati o aziende conferiscono per l’organizzazione di eventi artistici.

‹‹Premesso che il principio del vantaggio fiscale per le attività di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, nonché per il sostegno alle attività culturali, è stato introdotto dal governo Letta e fissato nel decreto Art Bonus dal governo Renzi, credo che si possa fare ancora molto in questo senso, nella consapevolezza che i vantaggi fiscali per i beni e le attività culturali non servono solo a garantire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio, ma anche a favorire la ripresa economica: non soltanto in relazione all’organizzazione di eventi, ma anche ad esempio nel settore del restauro, al quale oggi si affacciano con interesse tanti giovani in cerca di occupazione. Più nello specifico, nel Decreto Valore Cultura sono stati previsti interventi in favore della produzione culturale e in particolare proprio per il settore della musica, che è un settore fondamentale anche nella prospettiva di una doverosa attenzione per quei giovani che fanno delle forme della creatività e della cultura la loro risposta alla lunga crisi che stiamo vivendo. Il credito fiscale previsto nel decreto Art Bonus è un volano importante per sviluppare una maggiore consapevolezza di rispetto e tutela del nostro patrimonio storico-artistico››.

Quando era ministro, le giunse da Ravenna la proposta, scaturita dal lavoro svolto con gli enti locali dall’associazione Giovani artisti Italiani (Gai), che siano messe al centro delle politiche di sviluppo anche la cultura e la creatività giovanile, al fine di operare una semplificazione e riduzione «della burocrazia a carico di enti pubblici e privati che intendono promuovere cultura e arte intese come professionalità e come forma di indotto economico».

‹‹Credo che l’obiettivo che dobbiamo porci sia quello di valorizzare le energie migliori del nostro Paese, quelle energie positive e creative che sono rappresentate in massima parte dai giovani: abbiamo il dovere di evitare che l’entusiasmo dei nostri giovani resti inespresso e privo di sbocchi qui in Italia, oppure sia costretto, per potersi esprimere, a emigrare forzatamente all’estero. Dopo oltre un anno di impegno nella politica e nelle istituzioni, posso dire di aver avvertito, nelle moltissime occasioni di dialogo e di ascolto che ho avuto, un forte bisogno di cambiamento e una forte richiesta di attenzione: l’Italia è attraversata da una straordinaria energia positiva ed è soprattutto su questa energia e per questa energia, che rappresenta la parte migliore del nostro Paese, che siamo chiamati a costruire il futuro dell’Italia››.

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