Un Capossela animalesco e il Carnevale di Saint-Saëns

Rimini

 

RAVENNA. Cosa possono spartire il compositore francese Camille Saint-Saëns e il visionario cantautore e polistrumentista Vinicio Capossela? Poco, all’apparenza. E invece a dimostrare il contrario ecco che al Ravenna festival arriva stasera alle 21 (Pineta di San Giovanni, in via Trieste, presso Micoperi, in caso di maltempo teatro Alighieri) “Il Carnevale degli animali e altre bestie d’amore”, nuovo spettacolo che tra travestimenti “bestiali” e incursioni teatrali comprende l’esecuzione del “Carnevale degli animali”, suite composta da Saint-Saëns nel 1886, articolata in quattordici brani di breve durata ispirati ad altrettanti animali o personaggi, e una serie di canzoni dello stesso Capossela.

Un ritorno pirotecnico al festival per il musicista nato in Germania ma emiliano d’adozione, che ormai diciassette anni fa partecipò con il Teatro delle Albe a “La volpe Renardo”, altro lavoro ispirato alle “fables animales” e che non a caso in questa occasione ha voluto come ospite sul palco la voce narrante di Ermanna Montanari. Le sue canzoni – in parte edite, come “La Cicogna” o “Zarafà”, altre inedite – saranno qui cucite insieme in un racconto che ci conduce tra le storie di animali celebri, simbolismi e bestiari. Bestie cantate per farci un giro da “bestie incantate”, come venivano chiamati gli animali che si esibivano con i saltimbanchi. Solo che, come scrive James Hillman in “Animali del sogno”, le «bestie sotto incantesimo siamo noi».

Durante il concerto si alterneranno allora canzoni e brani che attingono alla più svariata letteratura, da “L’usignolo e la rosa” di Wilde a “Bestiario d’amore” di R. De Fournival, fino ai “Viaggi di Gulliver” di Swift. Animali classici e animali cantati di Capossela, rivisti e riorganizzati dal Trio Amadei per l’orchestra da camera composta dai solisti della Vianiner Philarmoniker, a cui si unisce la formazione composta da Vincenzo Vasi al theremin, Asso Stefana alle chitarre, Zeno De Rossi ai tamburi, e Peppe Frana all’oud e strumenti medievali.

«Chi sono, gli animali che compaiono nei nostri sogni? – si chiede Capossela – E perché vengono proprio a noi che abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a sterminarli regolarmente, a un ritmo sempre più rapido, senza pietà, specie per specie, in ogni parte del mondo? Eppure con quanta incrollabile fiducia continuano a entrare nella nostra anima del sogno, nelle nostre fantasie infantili, nel nostro immaginario artistico... Addentrarci in questo sogno è lo scopo del nostro concerto».

Il “Carnevale degli animali” di Saint-Saëns fu composto durante un periodo di riposo a Vienna e venne eseguita privatamente nel 1887, in occasione della festività del martedì grasso. Per volere del compositore, infatti, l’opera doveva essere eseguita pubblicamente solo dopo la sua morte. Una fantasia zoologica per dodici strumenti, di carattere grottesco e descrittivo, con innegabile sarcasmo mette i pianisti tra gli animali, e fa riferimento ai critici musicali dell’epoca come gli “animali dalle lunghe orecchie”.

Ma la presenza di Capossela a Ravenna e al festival non finisce qui: domani infatti, giovedì 19, alle 17.30 al palazzo dei Congressi di largo Firenze, il cantautore parlerà del suo ultimo libro, “Tefteri”, seguìto dalla proiezione del film-documentario “Indebito”, scritto con Andrea Segre. Mentre il 29 giugno sarà a Palazzo San Giacomo di Russi con la nuova versione del concerto con la Banda della Posta e la partecipazione della cantante salentina Enza Pagliara.

Info: 0544 249244

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