Strage di monumenti: tutti imbrattati

Rimini

RIMINI. Uno squilibrato, un vandalo, un gruppo di teppisti annoiati, un ragazzino innamorato che non ha capito che sciocchezza ha fatto. Non ci sono ancora dei nomi e dei cognomi dietro le scritte spray che ieri hanno colpito numerosi monumenti, tra cui il Duomo, la statua di Papa Paolo V, quella di Bernardino Boifava e la chiesa dei Paolotti. Tutti imbrattati con la frase Amor vincit omnia, L’amore vince su tutto, citazione del poeta Virgilio con cui gli ignoti si sono divertiti a “marchiare a fuoco” i pezzi pregiati di Rimini. «Siamo alla follia pura», tuona l’assessore alla Municipale Sadegholvaad, che annuncia la “caccia all’uomo”: «Al vaglio le immagini delle videocamere per individuare l’autore».

Chi lo ha fatto è entrato in azione nella notte, certo di muoversi coperto dall’oscurità. Peccato per lui che abbia scelto luoghi in cui la videosorveglianza era attiva senza sosta. Nel mirino della bomboletta spray, con cui è stata scritta sempre la stessa frase, sono infatti finiti alcuni gioielli riminesi, in cui non manca il monitoraggio dei sistemi di sorveglianza a circuito chiuso. A cominciare dall’esterno del Duomo, in cui la scritta in latino incriminata è stata spruzzata con la bomboletta lungo la fiancata di Leon Battista Alberti. Un atto scellerato, quest’ultimo, come testimonia anche la soprintendente dei Beni architettonici, Antonella Ranaldi, che parla di «gravissimo scempio» e di «gravissima barbaria». L’operazione di pulizia richiederà infatti «il sopralluogo dei tecnici e dei nostri restauratori per capire come intervenire: forse si dovrà ricorrere al laser, in passato già impiegato in casi analoghi con ottimi risultati». La soprintendente ricorda anche che «il fianco del Tempio così gravemente danneggiato dalla scritta vandalica fu concepito come basamento ad archi per accogliere i sarcofagi: su questo lato gli ultimi restauri della Soprintendenza di Ravenna misero in luce delle pitture colorate che simulavano un rivestimento in marmi antichi policromi». Insomma, la scelta di imbrattarlo non è stata delle più felici.

Così come decisamente infelice sono stati gli altri blitz che la città si è trovata ieri mattina al suo risveglio: in piazza Ferrari, stessa scritta con spray rosso, Amor vincit omnia, alla base dell’imponente monumento ai Caduti di Bernardino Boifava; a pochi passi, in via Gambalunga, non è stato risparmiato nemmeno il portone della biblioteca comunale. Il percorso vandalico è poi proseguito in piazza Cavour: qui, a essere stata “marchiata a fuoco” è stata la statua di Papa Paolo V, mentre a distanza di pochi metri stessa “spruzzata” e stessa frase sulle scale che portano alla Sala dell’Arengo.

Ma non è finita qui. Già perché in via Bonsi è stato imbrattato l’edificio dell’ufficio di immigrazione della polizia. Non poteva mancare neanche l’altra piazza principale, Tre Martiri, dove la citazione di Virgilio fatta dalla mano del vandalo, o dei vandali, ieri si poteva trovare, purtroppo, anche nel retro del Tempietto antoniano, la piccola cappella davanti alla chiesa dei Paolotti.

Anche in questo caso, però, chi ha portato a termine lo scempio potrebbe essere stato immortalato da una della quaranta videocamere sparse per la città e collegate con il comando della polizia municipale, oltre che con la polizia. E le ricerche sono iniziate già da ieri proprio per conoscere l’identità dell’autore che ha deciso di lasciare la propria firma da vandalo incivile.

L’assessore alla Municipale, Jamil Sadegholvaad, parla di «un grave gesto di inciviltà, una follia». E lancia un appello: «Invitiamo chiunque abbia visto qualcosa a segnalarlo agli organi competenti». Intanto sono stati presi dei contatti «anche con i Musei comunali, che già nelle prossime ore valuteranno come intervenire per riparare agli atti vandalici insieme alla Soprintendenza».

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