Sfida tra Bollani e Salisa suon di pianoforti
RAVENNA. Ravenna jazz torna nella sua cornice più prestigiosa, il teatro Alighieri, stasera alle 21 per il concerto di due dei più noti jazzisti italiani, che hanno da tempo travalicato i confini del genere, per farsi apprezzare da un pubblico ben più vasto. Si tratta di Stefano Bollani e Antonello Salis, che si confronteranno in una inusuale sfida di pianoforti a coda; se vedere il primo dietro a un pianoforte a coda non è strano, lo è certamente per il secondo, che più spesso vediamo con in braccio la fisarmonica, o alle prese con effetti e tastiere elettroniche. Non è la prima volta che Bollani e Salis condividono il palco, ma lo hanno fatto quasi sempre in contesti più ampi, come nell’Orchestra del Titanic. Il milanese Bollani è cresciuto a Firenze, dove ha mosso i primi passi nella musica classica e nel pop, collaborando con i conterranei Irene Grandi, Raf e Jovanotti; la sua conversione al jazz si deve in buona parte al suo mentore Enrico Rava, che alla fine degli anni Novanta lo ha condotto a vincere molti premi di settore. Da allora l’ascesa del musicista, ma anche del personaggio Bollani, è stata inarrestabile, essendosi affermato anche come scrittore e conduttore radiotelevisivo: il programma di Raitre “Sostiene Bollani” è stato un grande successo. La sua fama non si ferma ai confini italiani: è stato insignito infatti della laurea honoris causa al Berklee College di Boston e ha lavorato con i grandi nomi del jazz internazionale, tra cui Chick Corea, con cui ha portato nel mondo un bellissimo concerto di due pianoforti, che è diventato anche un cd live nella data di Umbria jazz winter 2010. Non ha mai lasciato il suo primo amore: la musica classica; in questo campo è da ricordare il lavoro con il direttore d’orchestra Riccardo Chailly, che negli ultimi cinque anni ha prodotto molti eventi di rilievo in Europa, tra cui il cd “Rhapsody in blue – concerto in F”, primo disco di musica classica a entrare nella top ten di vendita italiana nella storia, nel 2010. Meno istrionico, e quindi meno popolare, ma non per questo di levatura artistica inferiore, il fisarmonicista, pianista e compositore sardo Antonello Salis è in attività fin dagli anni Settanta, quando debuttò con i Cadmo, trasferendosi a Roma. Con quella formazione ebbe l’occasione di entrare in contatto e lavorare con Lester Bowie e l’Art Ensemble of Chicago. Da allora ha militato in altre formazioni importanti, ma si è affermato soprattutto come solista, grazie a uno stile viscerale e primordiale, molto influenzato dalla musica etnica, soprattutto della sua aspra terra.
Biglietti da 12 a 25 euro