La "Cassandra" di Jarrell monodramma senza canti

Rimini

 

LUGO. Ad ogni nuova edizione il Lugo Opera Festival rinnova la consuetudine con la scena musicale contemporanea: così, dopo lavori come “Jackie’O” di Michael Daugherty, “Powder her face” di Thomas Adès oppure “Jacob Lenz” di Wolfgang Rihm, e sempre in collaborazione con il teatro Comunale di Bologna, quest’anno è la volta di un’opera che ha già fatto il giro del mondo ma che solo oggi giunge in Italia nella più compiuta forma scenica.

Si tratta di “Cassandra”, il monodramma di Michael Jarrell ispirato al mito greco della veggente inascoltata raccontato da Christa Wolf nel libro (uscito nel 1983) che l’ha resa famosa ovunque. Quella in scena questa sera al Teatro Rossini sarà la ripresa dell’allestimento realizzato dalla Nimrod Opera di Zurigo con la regia dell’inglese Pamela Hunter, mentre la parte della protagonista sarà affidata alla cantante-attrice Anna Clementi. Per una partitura che Jarrell, compositore svizzero, allievo di Hubert e di Boulez, da anni eseguito nelle più prestigiose sedi concertistiche internazionali (è stato compositore in residenza a Lione e a Lucerna, mentre tra le istituzioni che gli hanno commissionato nuovi lavori figura il festival di Salisburgo), ha composto nel 1994 attratto dalla rivisitazione drammaturgica di Gerhard Wolf del testo della Wolf : «Quello che mi aveva colpito – racconta Jarrell – indipendentemente dal personaggio e dalla situazione storica, era la disperazione di una donna sola nell’attesa della morte dopo aver vissuto quella dei suoi genitori, dei suoi figli, della sua città, avendoli previsti e predetti, ma non avendo potuto fare nulla per impedirli».

Ed è proprio attorno a quella donna sola che tutto l’impianto musicale prende forma: solo lei è in scena e neppure il canto le è concesso, perché il suo profondo stato d’animo non glielo consente: «nella sua situazione non ci sono più ragioni per cantare, non resta che la voce e il racconto». Per questo siamo di fronte ad un’“opera senza cantanti”, appunto un monodramma in cui la parola e la sua comprensione acquistano un ruolo di primo piano (la versione italiana del testo è di Anita Raja), mentre la musica scorre parallela al testo muovendosi, secondo lo stesso autore, tra influenze di Stravinskij e Bartok e l’espressionismo schoenberghiano.

La scena, animata nel segno della multimedialità, quindi alla tecnica filmica (la regia video è di Dalibor Pyš e Michaela Pysova), si apre sulla città di Troia già conquistata e distrutta, mentre il monologo della protagonista, che invano aveva previsto tutto, ripercorre in un lungo flashback la propria storia e quella della propria città, in una sorta di cortocircuito tra passato e presente.

A dirigere l’Orchestra del teatro Comunale di Bologna sarà il bulgaro Rossen Gergov, mentre l’elaborazione del suono con live electronics sarà a cura di Francesco Giomi e Francesco Canavese in collaborazione con Tempo Reale.

Lo spettacolo inizia alle 20,30.

Info: 0545 38542 www.teatrorossini.it

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