Goldin ci immerge nei colori delle stelle di Van Gogh e Gauguin

Rimini

RIMINI. Marco Goldin è a teatro con La grande storia dell’impressionismo, cento minuti di narrazione dedicati all’esperienza artistica degli ultimi decenni dell’Ottocento. Il racconto intreccia le storie dei giovani pittori del tempo, riservando uno spazio speciale a Vincent Van Gogh e Paul Gauguin, allo loro amicizia. La tournée arriva anche a Bologna, al Teatro Duse, il 14 marzo 2019. Immerso nella pittura, accompagnato al pianoforte dal compositore Remo Anzovino, Marco Goldin porta in scena anche I colori delle stelle, il romanzo recentemente pubblicato per Solferino.

Il romanzo

A contenere la storia un’architettura salda, a evocarne l’anima una voce narrante in costante equilibrio tra due sguardi, quello di Van Gogh (1853-1890) e quello di Gauguin (1848- 1903). Così come costante è il sentimento dell’annuncio, dall’inizio. Il lettore è preso per mano e accompagnato lungo le strade percorse in solitudine dai due pittori, fino ad arrivare alla Casa Gialla. Ci sono i luoghi lontani portati da Gauguin e c’è l’infinito di Van Gogh, il suo cielo unito alla terra.

Van Gogh arriva per primo ad Arles e rimane a lungo ad aspettare, cammina nella campagna attorno al paese. Lavora fino a stancarsi. «Sentiva che la fatica poteva essere un premio, se il risultato fosse stato infine raggiungere quello che pensava. Essere il pittore dell’avvenire».

Ha in mente di creare un Atelier del Sud insieme agli amici pittori. Per questo scrive insistentemente a Gauguin perché lo raggiunga.

Nell’attesa dipinge i girasoli e le notti stellate, dipinge i luoghi che vive, il caffè di sera, la casa affacciata sulla piazza.

Van Gogh si prepara così a vivere il suo sogno. Finalmente Gauguin decide di raggiungerlo ad Arles. È l’autunno del 1888. I primi dieci giorni insieme sono pieni di lavoro e di idee, i due pittori sembrano contenti.

Alla testa di un drappello

«Contenti, soprattutto Vincent, di avere trovato conferma che un rinascimento dell’arte era possibile, che il pittore era un vero lavoratore e non un dandy parigino. Poteva effettivamente nascere una comunità di artisti e loro due esserne i primi, alla testa di un drappello che avrebbe camminato unito verso la luce del sole».

Lo scrittore racconta della loro storia d’amicizia, delle giornate trascorse insieme, dei progetti, delle incomprensioni e delle difficoltà della convivenza. Ferma lo sguardo dell’uno sull’altro, lascia emergere le contraddizioni, i punti di partenza e i punti di arrivo, fissa i loro alfabeti, non ne nasconde l’anima, romantica e primitiva.

Arte e vita insieme

A rendere unico il romanzo il fluire dell’arte e della vita insieme, c’è una naturalezza narrativa che permette al lettore di entrare dentro l’esperienza artistica e di sentire la nascita dell’opera d’arte. È l’incanto della creazione scritta sulla pagina, è un’offerta di conoscenza.

Fino alla fine, dopo Arles, dopo Auvers, davanti al porto di Marsiglia, ciò che conta è la pittura. «Rimaneva solo un campo di grano nel sole».

Vincent se n’è andato. Theo, il fratello, non ha resistito. Paul viaggia solo e lontano.

Poi c’è chi resta. Dalla parte di Van Gogh, raccolti sotto il suo cielo, nell’attesa che si compia la storia.

La grande stagione riminese e adesso Padova “urbs picta”

Al nome di Marco Goldin, noto curatore e storico dell’arte, si lega un fortunato momento per la città di Rimini. Con le tre mostre in Castel Sismondo, organizzate dal 2009 al 2012 grazie anche al contributo della Fondazione Carim, porta più di 500mila persone. Durante la stagione invernale gli spazi del Castello accolgono le esposizioni con opere provenienti dai maggiori musei europei e americani. Si racconta la pittura moderna, dal Seicento al Novecento.


Chiusa la stagione riminese, Marco Goldin porta a Bologna nel 2014 “La ragazza con l’orecchino di perla”. Il pubblico romagnolo lo segue nei teatri e visita le sue mostre, a Vicenza e a Treviso.


I prossimi appuntamenti sono a Padova: “Van Gogh. I colori della vita” (10 ottobre 2020 – 11 aprile 2021) e “Storia dei cieli da Canaletto a Monet” (30 ottobre 2021 – 1 maggio 2022).


«Ho pensato a questa forza del colore che agisce sul sentimento, alla sua azione morale, di slancio vitale e consolazione, quando mi è stato chiesto di potere organizzare a Padova qualcuna delle mie mostre – afferma Marco Goldin – E ho pensato alla meraviglia del colore nella città, al suo essere stata “Urbs picta”, soprattutto al suo contenere, come uno scrigno incantato, i colori di Giotto agli Scrovegni».


La mostra dedicata a Van Gogh avrà un taglio monografico: un centinaio di opere tra dipinti e disegni per raccontare l’intero percorso artistico del pittore.
La mostra sui cieli, di carattere storico e tematico, inizierà con i cieli veneziani di Canaletto, Bellotto, Guardi, per proseguire con quelli romantici di Turner e Friedrich, fino a toccare Monet e a chiudersi sui cieli immensi di Nicolas de Staël.

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