Zakharova brilla di luce propria sul palco del Galli

Rimini

RIMINI. L’evento della Sagra musicale malatestiana “per corde e punte” con Svetlana Zakharova e Vadim Repin, e con l’Orchestra Cherubini fondata da Riccardo Muti, ha incantato il pubblico del tempio neoclassico del Galli, e creato un corpo unico fra musica, danza, teatro.

Lo spettacolo, d’atmosfera raffinata, è stato dettato dal florilegio di note d’archi capeggiate dal violino di Repin che hanno “inebriato” l’affollato teatro con brani d’antologia musicale, e accompagnato con delicatezza e precisione i passi a due dell’indiscussa Zakharova. La stella del Bolshoi ha mostrato il suo splendore scegliendo camei che da anni propone nei gala, e che rivelano l’anima completa di questa ballerina da vent’anni fra le più acclamate.

Al suo lirismo assoluto, alla scuola russa che l’ha forgiata a una tradizione di repertorio sostenuta da tecnica ineccepibile, oggi aggiunge una ricerca interpretativa vogliosa di esprimere un’interiorità profonda. Il programma “di famiglia” Repin-Zakharova ha riassunto questa volontà e ha offerto al pubblico uno spettacolo di danza su musica dal vivo, rarità in provincia.

Festosa l’apertura sulle note delle “Variazioni sul Carnevale di Venezia op. 10”, pizzicate dal virtuoso violino Vadim Repin. Una entrée “informale” a sottolineare la volontà del musicista di coinvolgere il pubblico in modo anche confidenziale, facendo battute in italiano. Le romantiche musiche di Glazunov hanno poi introdotto il grand pas d’action (grand adage) da “Raymonda”, con Zakharova smagliante di luce in uno splendido tutù bianco in coppia con il solido e sicuro Mikhail Lobukhin.

Le musiche di Mendellssohn del “Concerto per violino e orchestra d’archi n. 1” hanno dato la possibilità anche alla Cherubini di mostrarsi; ora al servizio del solista, ora eseguendo con autorevolezza e misura le parti d’insieme. Bellissimo il passo a due contemporaneo estratto da “Caravaggio” di Mauro Bigonzetti eseguito da Svetlana con il giovane italiano Jacopo Tissi da due anni al Bolshoi. 23 anni, fisico statuario, Tissi ha rivelato una esecuzione un po’ acerba ma presa sicura, in un passo a due che esalta equilibri e forze su musiche di Bruno Moretti riprese da Claudio Monteverdi. In sala ad ammirare la coppia anche il coreografo Mauro Bigonzetti.

Il virtuosismo di Repin si è espresso anche su note di Pablo Sarasate e, con l’orchestra, sul Massenet da “Meditation da Thaïs”. Zakharova ha risposto con due soli amatissimi: “Revelation” di Motoko Hirayama, dove lo struggimento interiore – su musiche di John Williams dal tema di “Schindler’s list” – si manifesta attraverso linee sublimi; poi con il lirismo de “La morte del cigno” sulle note di Saint-Saëns.

In coda, dopo Ravel, un gran finale ironico e divertente sullo “Scherzo” di Bazzini, un divertissement a tre a cui è seguito bis e ovazione della platea contenta.

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