La natura, le cose e il tempo sospeso: quanta poesia nella pittura sottrattiva

Rimini

BAGNACAVALLO. Con il primo degli appuntamenti di “In-studio”, percorso itinerante, fuori dai circuiti ufficiali, alla volta degli atelier degli artisti del territorio, si apre il 9 settembre la sesta edizione del festival delle arti visive Cristallino, organizzato dall’associazione Calligraphie con la direzione artistica di Roberta Bertozzi. Sarà l’artista Paolo Buzzi ad aprire ai visitatori le porte del suo studio dalle 18.30 con la presentazione critica del suo lavoro e la performance musicale di Gdg Modern Trio.

Comacchiese, residente a Bagnacavallo dove vive e lavora, Buzzi ha trascorso periodi di studio all’École des beaux-arts di Saint-Étienne in Francia. Ha esposto in numerose collettive e personali sia in gallerie pubbliche che private. Da sempre integra nel suo lavoro opere scultoree e installazioni con dipinti e opere su carta, secondo una visione estetica che consegna, come sottolinea Roberta Bertozzi, «un’immagine di paesaggio al grado zero della sua possibilità rappresentativa. Nel suo percorso, dominato dal tema della natura, la pratica pittorica si fa pratica sottrattiva, in un’economia segnica e cromatica che tende a diluire l’oggetto, a sfaldarlo e sottilizzarlo».

Buzzi, la sua scelta di utilizzare diversi linguaggi e l’uso di varie tecniche si volge a una visione estetica di paesaggi d’ombra, sfuocati, svuotati, fino a giungere quasi alla tela bianca. Perché?

‹‹Prelevare dalla realtà immagini e farne dipinti, o prelevare oggetti, elementi naturali, e farne sculture o installazioni esprime prima di tutto un atteggiamento, e il desiderio di cercare un contatto affettivo con le cose fino a inoltrarsi al loro interno. In particolare con la natura, soggetto di questo mio ultimo ciclo di lavori. Questo rapporto che si instaura con l’ambiente circostante è il filo conduttore che accompagna tutto il mio lavoro. Oggi come ieri, l’ambiente, la natura, così come gli oggetti, mi interessano come testimonianza del luogo e dell’umano: gli oggetti rimangono, gli umani no. Tutti i miei lavori nascono così e sono caratterizzati da un senso di sospensione e di atemporalità che mi appartiene. Fermare il tempo con un processo di alleggerimento e di sottrazione, cancellando e abbreviando l’immagine o l’oggetto. Un procedimento personale di estetizzazione, in cui l’utilizzo del bianco ha un ruolo centrale, in particolare nelle sculture, ad esempio ne “L’azzurro che non vedi” e nelle installazioni››.

In che maniera la sua pratica pittorica si può definire «sottrattiva»?

‹‹Per me procedere per sottrazione significa eliminare segni, a scapito di altri, che ritengo esteticamente più congeniali alla mia visione o all’idea di leggerezza purificatrice››.

Come ridare senso alla rappresentazione?

‹‹L’esperienza dell’arte contemporanea è una possibilità, forse una probabile soluzione, perché ci permette di riposizionare il nostro sguardo sulla realtà e di vederla da un’altra prospettiva. L’esperienza autentica per un artista si chiama esperienza quotidiana, o meglio, come afferma Gino De Dominicis: “L’artista è un creatore e non un creativo”, è il suo mondo che fa la differenza, ovvero quella dimensione autentica, ossessiva, attraverso il tempo, con implacabile coerenza. Quell’appartenenza al proprio mondo, così autentico ma soprattutto unico. Impossessarsi di ciò che sta fuori per sovrapporvi il proprio segno››.

L’arte è un luogo dove tutto inizia e tutto finisce. È d’accordo?

‹‹La poesia delle cose sta nel loro diventare finalmente inutili, azzerata la loro funzionalità, servono solo per essere guardate restituendoci, a loro volta, un altrove››.

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