La storia dipinta del Rockisland tra luce, cielo, mare e musica
Negli stessi anni, un secondo “padellone”, anch’esso in legno, è presente a metà molo, lo “Chalet Ittico”. Nel 1940 ne viene costruito un terzo collocato in mezzo, il capanno “Paesani” oggetto di un’ipotesi di ristrutturazione dell’architetto Silvio Van Riel pubblicato su “Progress Web Magazine” assieme ad una preziosa serie di informazioni storiche sui capanni da pesca. Negli anni ’60 le strutture di sostegno vengono sostituite con binari della ferrovia per aumentarne la sicurezza, anche perché sono ormai diventati tutti locali pubblici. Il primo, partendo dalla spiaggia è il ristorante Ittico, demolito nel 1980 e non ricostruito, immortalato da Luigi Pasquini (Rimini 1897-1977) in uno dei suoi acquerelli più conosciuti, in copertina su volume “Luigi Pasquini, un cronista del pennello”, curato da Annamaria Bernucci, pubblicato da Minerva di Argelato nel 2017. Il secondo , il capanno “Paesani”, è il Bar del Molo e il terzo, in cima al molo, è prima “Ristorante Quattro Venti” poi “Ristorante Belvedere” gestito da Gualtiero Carli, punto di ritrovo estivo di parte dell’intellighenzia riminese. All’inizio degli anni ’70 il locale viene distrutto da un incendio e, una volta ricostruito, nel 1990 rinasce come “Rockisland”.
Pasquini dedica una serie di almeno tre opere alla “palata” vista dalla spiaggia, dove è ben raffigurata la teoria dei “padelloni” rivolti a sud. Come lui, Domenico Dalmonte (Brisighella 1915-1990) artista-turista, abituale frequentatore delle estati riminesi negli anni Sessanta, realizza con il suo magico pennarello diverse vedute del porto di Rimini, molte delle quali riportate più tardi su zinco, dove figurano i capanni del molo di levante in generale e il “Belvedere” in particolare, pubblicate su “Schizzi autobiografici dedicati alla Grafica e alla Pittura”, il volume curato dal figlio Attilio per l’Editrice La Mandragola di Imola nel 2015.