Biblioteca Gambalunga: 400 anni e non sentirli. La cultura aperta a tutti

Rimini

RIMINI. La Biblioteca Gambalunga di Rimini sta per compiere 400 anni (1617-1619), che si festeggeranno nel 2019. Fu fondata dal ricco ma plebeo Alessandro Gambalunga, che nel 1610 pose la prima pietra del palazzo di famiglia, costato 70mila scudi. Qui si circondò di letterati ed eruditi che protesse da vero mecenate. La stessa costituzione della biblioteca, che per consistenza e pregio non ha precedenti locali comparabili, sembra obbedire a propositi di autoaffermazione. I libri erano acquistati perlopiù a Venezia e trasportati a Rimini via mare. Nel 1617, nel suo testamento, Gambalunga stabilirà l’uso pubblico della biblioteca, aperta a tutti e dotata di 300 scudi annui per l’incremento, la legatura e il restauro dei libri, e di 50 scudi per lo stipendio del bibliotecario, cui era fatto obbligo di assicurare l’apertura quotidiana. Morirà il 12 agosto del 1619 e sarà sepolto nella cappella di famiglia della chiesa del Paradiso, polverizzata dai bombardamenti del 1944. Il Comune di Rimini erediterà, oltre alla biblioteca e al lascito, anche il superbo palazzo.

Con la rassegna Voci dai fondi. La biblioteca raccontata, si vuole ora rendere omaggio a una storia illustre e secolare. Dopo l’incontro con Piero Meldini, venerdì 4 maggio alle 18 in Cineteca sarà ospite per una conversazione il medico e storico Stefano De Carolis, che parlerà di Iano Planco segreto, puntando la lente di ingrandimento sul ’700, il secolo in cui Rimini, piccola città del chiuso Stato Pontificio, conobbe un periodo di grande vivacità culturale, grazie alla diffusione di una moderna mentalità scientifica basata sulla ragione, sulla sperimentazione e ricerca scientifica. Fra i protagonisti, appunto, Giovanni Bianchi (1693- 1775), alias Iano Planco, lo scienziato dalle eccezionali doti intellettuali, dedito in particolare alle scienze mediche e naturali.

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