La nobile arte della retorica può cambiare davvero la storia

RIMINI. Alla Feltrinelli di largo Giulio Cesare 4 a Rimini, oggi alle ore 18, Michele Fina e Gianluca Lioni presentano il loro libro “I grandi discorsi che hanno cambiato la storia”, intervengono e dialogano con loro il giornalista Brahim Maarad, l’assessora regionale Emma Petitti e Tamara Balducci che legge brani del libro.

«L'idea è nata quasi per gioco – ricorda Michele Fina, che coordina l’associazione “Rifare l’Italia. Abruzzo”, fa parte del Cda dell’Ispra e collabora con il ministero della Giustizia – perché all'epoca io e Gianluca lavoravamo insieme, nella stessa stanza. Ma per chi, come noi, ha amore per la politica, vedere come nel corso della storia un certo uso della parola abbia dato forza alle passioni è stato sì, un gioco, ma affascinante. Non abbiamo avuto pretese storiografiche o linguistiche, ma rivendichiamo l'esattezza storica e il rigore delle nostre scelte e delle nostre conclusioni. Il tema infatti è delicato: lo dimostra il fatto che oggi esistano scuole e ghost writer per aiutare a costruire discorsi che abbiano un’efficacia».

Del resto, che la parola abbia un valore “magico” è una convinzione di tante culture, non solo della nostra.

«Abbiamo considerato infatti la “retorica” nella sua accezione nobile, con una grande attenzione alle parole utilizzate davanti a grandi platee e in momenti particolari: perché la parola abbia un tale impatto, infatti, occorrono questi elementi, e una persona “giusta” che la pronunci. Noi inoltre abbiamo cercato di fare uno sforzo ulteriore rispetto ad altri libri su questo tema, che non vanno però al di là del contesto occidentale e del Novecento: aprire la prospettiva cercando il legame con le radici del “discorso”. Poi, per carità, il libro è leggero e la panoramica dei cambiamenti della retorica nel tempo si può percorrere a volo d'uccello, ma si possono anche cogliere le somiglianze, per esempio, fra l'epitaffio di Pericle e le parole di John F. Kennedy o quelle di Mandela. Ed è stato particolarmente interessante constatare che a cambiare la storia a volte sono stati discorsi che non erano destinati a farlo, come il discorso della montagna di Gesù o “I have a dream” di un Martin Luther King che in quell'occasione era solo uno dei tanti oratori e nemmeno particolarmente valutato… E infatti in seguitò si scusò per la potenza delle sue parole e il loro effetto!».

Questo è l’elemento fondamentale di cui avete tenuto conto per scegliere i discorsi da confrontare?

«Non solo, abbiamo trovato un altro fondamentale denominatore comune: si tratta sempre di discorsi non demagogici, che non danno ragione a chi ascolta ma gelano la folla, la sfidano e poi la entusiasmano. Questa miscela: fra autorevolezza dell'oratore, occasione e forza della parola è quello che cambia la storia, e devia il corso delle cose».

Info: 0541 788090
Ingresso libero

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