La storia si fa strada

Rimini

IMOLA. «Rose is a rose is a rose is a rose» scriveva Gertrude Stein: il solo fatto di usare il nome di una cosa evoca immagini ed emozioni associate ad esso. Secondo lo scrittore Luigi Meneghello, quando scompare una parola vien meno un mondo intero. La stessa cosa, pensandoci, è valida all’inverso: se una cosa (un oggetto, una teoria, una persona) non ha un nome per indicarla, è difficile persino prenderla in considerazione. Se non la nomini, non esiste.


Dalle parole ai nomi
Ecco perché da qualche anno a questa parte viene sottolineata – nel pensiero femminista ma non solo – l’importanza delle parole. Come quelle che si usano per indicare al femminile le professioni (l’avvocata, l’architetta, la sindaca...). Perché il maschile nella lingua italiana non è neutro e se, per fare un esempio, diciamo “assessore”, indichiamo un uomo che ricopre quel ruolo.
Le parole dunque hanno un peso, ma ce l’hanno anche i nomi. Prendiamo la toponomastica, lo studio dei nomi dei luoghi. Avete mai fatto caso al fatto che – nella stragrande maggioranza del casi – strade, piazze e vicoli delle nostre città sono dedicati a uomini? È un dato di fatto. Eppure di donne importanti ce ne sono state, ce ne sono: perché dunque non ricordarle?


Nasce Toponomastica femminile
Nel 2012 un’insegnante romana, Mariapia Ercolini, dà vita su Facebook al gruppo Toponomastica femminile. L'idea era quella di studiare, censire, pubblicare e stimolare affinché strade, piazze, giardini e luoghi urbani fossero dedicati alle donne, così da compensare la sproporzione nell’odonomastica (l’insieme dei nomi stradali). La pagina ha un grande successo, e da quel momento in poi è tutto un fiorire di iniziative, studi, campagne con lo scopo di mettere in luce, finalmente, il ruolo delle donne nella storia e nella società.


Il sesto convegno
Alla fine del 2014 la pagina Toponomastica femminile diventa una associazione vera e propria che promuove la visibilità delle donne. E ora il suo sesto convegno, intitolato Donne in pista, si svolgerà a Imola dal 26 al 29 ottobre. L'evento è organizzato insieme a Uisp Emilia-Romagna, Federazione nazionale insegnanti e Società delle storiche.
È Paola Lanzon, direttrice della Uisp di Faenza-Imola nonché presidente del Consiglio comunale di Imola, a spiegare: «Qualcuno sempre dirà che ci vuole “ben altro” per formare il corpo docente, per parlare di didattica, di storia, di stereotipi di genere, di linguaggio, di scienza , di violenza contro le donne. Qualcuno sosterrà sempre che ci sono temi più importanti. Noi pensiamo che molto spesso il “ben altro” possa rivelarsi rivoluzionario: svela punti di prospettiva inaspettati, riscrive la storia e le relazioni tra persone molto più dell'obsoleto modello a cui ormai ci siamo abituati».


Una operazione politica
«Il gioco – dice Lanzon – è quello di rileggere le nostre città ragionando su chi sono gli uomini a cui, prevalentemente, sono intitolati i luoghi urbani, e andare a ricercare le tante figure di donne straordinarie che hanno fatto grande la storia delle città e del mondo per riportarle alla luce e alla memoria, individuando luoghi per poi a loro intitolarli. È un modo diverso di studiare, di insegnare, di costruire vero rispetto nei confronti della figura della donna nei nostri giovani. Ne abbiamo un grande bisogno. Una bella operazione politica».

IL PROGRAMMA

I quattro giorni di studi saranno davvero molto intensi. Il 6° Convegno nazionale di Toponomastica femminile è anche un corso di aggiornamento per docenti. Si parte alle 9 di giovedì 26 ottobre. Dopo i saluti istituzionali, si analizzerà la toponomastica femminile del territorio imolese (non solo strade ma anche le scuole). Annarita Allegrini parlerà di Rosa Parks. A seguire Loretta Junck presenta e modera “Raccontare il territorio in un’ottica di parità”. Quindi, tra gli altri interventi, quello di Claudia Dall’Osso su “I carteggi di Anna Kuliscioff” e quello di Lisa Laffi su Caterina Sforza. Alle 14.30 itinerario cittadino sulle tracce femminili. Venerdì segnaliamo l’intervento di Rosanna Oliva De Conciliis sul cognome della madre, mentre Elisabetta Serafini parlerà di “Didattica della storia in una prospettiva di genere” e Alba Coppola di “Scritture femminili nell’insegnamento della letteratura: per un nuovo canone”. Si affronterà anche il tema della violenza, “problema culturale e responsabilità sociale”, e si parlerà di consultori familiari. Sabato mattina interverrà la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. Cecilia Robustelli parlerà di “Linguaggio, genere e sport” e Josefa Idem di “Gap di genere”.
Il programma su: www.fnism.it

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