Guercino: Pulini scopre pala inedita

Rimini

RIMINI. Un importante dipinto di Guercino, inedito, è stato portato alla luce dallo studioso cesenate Massimo Pulini (assessore alla Cultura del Comune di Rimini), che da anni si occupa del pittore centese, curandone fra l’altro diverse mostre, fra cui le più vasta monografica dedicata a Giovan Francesco Barbieri, nel 2003/2004 a Palazzo Reale di Milano, e prima ancora “Guercino. Racconti di paese”, alla Pinacoteca civica di Cento nel 2001.

«Stupisce davvero – afferma Pulini – che un dipinto di questa bellezza e qualità, inserito in un altare che vanta un corredo marmoreo e statuario di primo livello, si sia adombrato nella memoria regionale fino a perdere memoria del suo celeberrimo autore. La sorpresa si moltiplica pensando al grado di conoscenza della produzione pittorica di Guercino, che la storiografia del Novecento ha potuto vantare. Senza rischio di smentita si può dire che Giovan Francesco Barbieri sia il pittore del Seicento più "ricostruito", proprio grazie allo strumento del Libro dei conti».


Una scoperta eclatante questa Assunta individuata nel sontuoso altare decorato di marmi della chiesa di San Francesco ad Aversa (Napoli). Innanzitutto perché da almeno mezzo secolo non si ritrovava una pala d’altare attribuibile al Guercino, peraltro ancora conservata nello spazio per cui venne realizzata.


«Il primo ritrovamento è avvenuto attraverso la consultazione di un archivio fotografico – spiega Pulini –. Una volta risalito alla chiesa, ho potuto verificare la corrispondenza con le note di registro che appaiono nel Libro dei conti, redatte di pugno dallo stesso artista. In questo quaderno, strumento unico, preziosissimo alla filologica ricostruzione dell’attività di uno dei più importanti pittori della storia, l’opera viene citata nel soggetto, “Madona Asunta in Cielo”, nella destinazione, “per Napoli”, e l’intermediario del committente, Enrico Sampieri».


La pala, unica opera spedita da Bologna, dove Guercino aveva allora il suo studio, per il territorio partenopeo, risulta essere dunque pertinente alla nota di registro, scalzando così l’opera trovata a Detroit nel 1971 che risulta invece di otto anni più tarda.


«La pala di Aversa – riferisce lo studioso – presenta una corrispondenza stilistica e tematica assoluta, mostrando anche il sepolcro a terra con un paesaggio sul fondo entro il quale si scorge il gruppo degli Apostoli. Questi ultimi due dettagli venivano precisamente ricordati dal Malvasia a proposito dell’opera. Sono invece assenti nel dipinto di Detroit. Rispetto alla cristallina e algida tavolozza di quel dipinto, la nuova opera napoletana venne concepita più scura, ambientata all’imbrunire e velata da una atmosfera malinconica (come dice Malvasia), in più sincero accordo col periodo doloroso che l’artista stava vivendo, dopo la perdita dell’amato fratello minore».

Oltre al fatto che le connotazioni stilistiche rimandano chiaramente al Guercino, vi sono riscontri di un’immagine per iconografia inedita: a supporto vi sono un’incisione della sola Assunta e dei disegni preparatori. Si aggiungono così importanti novità alla conoscenza dell’autore.

La scoperta sarà presentata nel corso del convegno che a Piacenza accompagnerà la grande esposizione di Palazzo Farnese, dal 4 marzo al 4 giugno.

Pulini non è nuovo a scoperte del genere: la più eclatante tra le molte attribuzioni fatte dallo studioso è quella di un ritratto di  Scipione Borghese del Caravaggio rinvenuto nella Pinacoteca Crociani di Montepulciano, confermata da Mina Gregori e Maurizio Calvesi fra gli altri.

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