Il geniale Tarantino suggella il genio italiano

Rimini

RIMINI. Ennio Morricone è un romanaccio al 1000 per cento che si rivolge agli altri – che sia al telefono, in tv o di persona – con l’inflessione, la simpatia e la semplicità dei figli di Romolo e Remo. Ma è anche un genio della musica contemporanea che tutto il mondo ci invidia e che la Romagna ha avuto l’intelligenza di adottare in quanto campione dell’inventiva, dell’arte e della fantasia italica.
Difatti, come noto, è cittadino onorario di una ex capitale d’Italia, la nostra San Leo, la cui intera comunità ha voluto pubblicamente complimentarsi con l’autore delle colonne sonore più belle della storia del cinema. L’ottantasettenne musicista era stato candidato per sei colonne sonore: quella di “I giorni del cielo” (1978) di Terrence Malick, per “Mission” di Roland Joffé (1986), “Gli intoccabili” di Brian De Palma (1987), “Bugsy” di Barry Levinson (1991) e “Malèna” di Giuseppe Tornatore nel 2001. Ma, sorprendentemente, e soprattutto ingiustamente, non aveva mai vinto. La stessa Academy aveva professato una sorta di mea culpa nel 2007, attribuendogli un Oscar alla carriera, in qualche modo risarcitorio delle “distrazioni” precedenti.
Ora, con la statuetta per “The hateful eight” di Quentin Tarantino, Hollywood ha colmato anche l’ultima lacuna che soffriva nei confronti di Morricone.
La cosiddetta “notte delle stelle” lo ha visto raggiante e commosso ritirare quel premio che pochi altri hanno meritato quanto lui nella storia della musica da film, compreso il John Williams (vincitore di 5 Oscar e nella cinquina delle nomination per l’ultimo “Star Wars”) che stavolta ha battuto, e al quale pure, da vincitore, ha dedicato un pensiero gentile, ritenendolo un degnissimo collega-rivale-amico.
L’Oscar va a coronare un anno speciale per il maestro romano che quest’anno festeggia sessant’anni di carriera e di successi. E vedere l’intero star system hollywoodiano alzarsi in piedi per lui con la standing ovation che si riserva ai grandi di quel mondo dorato, è stato emozionante non solo per lui, ma anche per tutti gli italiani che amano il cinema.
Salito sul palco accompagnato dal figlio Giovanni, Morricone ha detto: «Buonasera signori, ringrazio l’Academy per il prestigioso riconoscimento. Non c’è musica importante se non c’è un grande film che la ispiri, ringrazio quindi Quentin Tarantino per avermi scelto e il produttore Harvey Weinstein e tutta la troupe del film. Dedico questa musica e questa vittoria a mia moglie Maria» la quale, emozionata quanto il marito, era in platea ad applaudirlo.
Nel luglio 2010, quando Morricone ricevette la cittadinanza onoraria di San Leo, tenne in Duomo assieme al figlio Andrea e all’Orchestra Roma Sinfonietta uno splendido concerto nell’ambito del San Leo Festival. E certo tutti coloro che furono presenti, ricorderanno anche il concerto da brividi che il maestro tenne in piazzale Fellini a Rimini nell’agosto del 2012, proponendo le sue famose colonne sonore. Nonché quello tenuto nel 2004 al teatro Alighieri per il Ravenna festival che quell’anno gli attribuì il suo premio più prestigioso. In quella occasione Morricone eseguì non una colonna sonora, ma la sua Voci dal silenzio, composizione commissionata dallo stesso festival e ispirata dalla tragedia dell’11 settembre 2001. Furono tutti eventi davvero emozionanti per l’intera Romagna.

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