Nasce il Museo Tonini

Rimini

RIMINI. Una giornata dedicata al Museo della Città di Rimini, alla sua storia e ai protagonisti che ne hanno segnato le tappe fondamentali della crescita: è stato questo il fulcro della manifestazione tenutasi sabato 12 dicembre negli spazi di via Tonini 1, culla delle testimonianze dello sviluppo culturale e sociale di Rimini che in questi giorni festeggia il suo primo quarto di secolo.
A seguito di una mattinata di studi che ha visto la partecipazione di volti già noti al panorama artistico romagnolo, con interventi ricchi di curiosità, testimonianze dirette e approfondimenti, si sono inoltre scoperte le targhe che dedicano luoghi simbolo della cultura storica cittadina a personaggi strettamente legati al loro stesso significato: primo fra tutti il museo stesso, intitolato al suo fondatore Luigi Tonini.

«Occorre lavorare su motivi culturali per ritrovare il senso della storia e il senso di stare insieme: Tonini ci ha lasciavo delle chiavi di lettura attraverso le quali reinterpretare il presente con il futuro, cogliendo la profondità della storia. Il patrimonio che abbiamo non deve essere solamente conservato e tutelato, ma è necessaria una sua valorizzazione, che possa attrarre viaggiatori ma anche restituire il senso e la prospettiva della città»: con queste parole il sindaco Andrea Gnassi ha accompagnato la breve cerimonia in memoria dell’autore della monumentale “Storia civile e sacra riminese”.


Il Lapidario romano, inaugurato nel maggio 1981, è stato invece dedicato a Giancarlo Susini, epigrafista e storico dell’antichità al tempo responsabile scientifico del progetto, mentre il giardino del museo, sul quale si affaccia l’ex ospedale, è stato invece dedicato al siriano Khaled al-Asaad, direttore del sito archeologico e del museo di Palmira ucciso dal Daesh nell’agosto scorso.


«Grazie a determinazione e volontà, qui nel museo non si è mai persa di vista la dimensione territoriale e l’elemento del racconto della città altrove. Parallelamente, la crescente attività didattica ha permesso a professori e studenti di avere strumenti per una maggiore consapevolezza del territorio stesso, forse anche a causa della prepotenza con la quale la parte antica della città sovrasta l’aspetto rinascimentale o medievale, donando una prospettiva di grande respiro» ha spiegato Valeria Cicala dell'Ibc.

A introduzione degli interventi di Marcello Di Bella, Anna Bondini e Pier Luigi Foschi, Pier Giorgio Pasini ha regalato ai presenti un vero e proprio viaggio nella storia del museo: dal 1873, quando venne fondato da Tonini sotto un portico del cortile del Palazzo Gambalunga, raccogliendo «tutto ciò che potesse documentare la storia della città», quadri, arazzi e reperti vari furono infatti più volte spostati, partendo dalla Biblioteca nel 1916 e arrivando all’approvazione del progetto al Collegio dei Gesuiti solo nel 1983, dopo essere passati per la Biblioteca Gambalunga, il Convento di San Francesco e Palazzo Visconti.

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